Presentiamo di seguito l’intervento della sorella Hanieh Tarkian, laureata presso il Jamiat az-Zahra di Qom (Iran), su “Il ruolo della famiglia dell’Imam Husayn a Karbala”, tenuto il 3 gennaio scorso in occasione delle cerimonie di Muharram svoltesi nel Centro islamico dell’Associazione Imam Mahdi a Roma.
بسم الله الرحمن الرحيم
الحمد لله رب العالمين و صلی الله علی محمد و آله لا سيما بقية الله فی الارضين روحی و ارواح العالمين له الفداء
Riguardo alla tragedia di Ashurà una delle domande che ci si pone è perché l’imam Husayn (a), pur sapendo che sarebbe caduto martire insieme ai suoi compagni, abbia portato con sé la sua famiglia e quale sia stato il ruolo delle donne a Karbalà.
Bisogna subito precisare che due elementi fondamentali hanno dato vita alla vicenda di Ashurà: uno è il martirio e il sacrificio di sé e l’altro la diffusione del messaggio dell’imam Husayn (a), messaggio diffuso da coloro che in questa vicenda furono innocentemente maltrattati e torturati, subendo grandi sofferenze.
Il ruolo delle donne e della famiglia dell’imam Husayn (a) è più rilevante riguardo al secondo elemento, anche se esse, come madri, hanno avuto comunque un ruolo evidente nell’educare tali soldati valorosi, che sono stati a fianco del loro Imam (a) fino all’ultimo e, come sorelle e mogli hanno svolto un compito importante nel sostenere ed incoraggiare i loro fratelli e mariti accettando il loro martirio come volere divino. Per esempio Ummulbanin, la madre del nobile Abolfazl, che rimasta a Medina, quando la carovana della famiglia dell’imam Husayn (a) fece ritorno, chiese subito del suo Imam (a), quando le fu detto che i suoi quattro figli avevano raggiunto il martirio, disse: “Possa la mia famiglia essere sacrificata per lui!”
Prima di trattare il ruolo delle donne a Karbalà è necessario fare due precisazioni: la prima è che, secondo gli hadith, l’imam Husayn (a) non si comportò in modo casuale, bensì le sue azioni erano basate su motivazioni precise. Infatti egli sapeva che portando la sua famiglia a Karbalà avrebbe fatto di loro i divulgatori del messaggio di Ashurà. Inoltre il Profeta (s) in sogno gli aveva detto che era volere di Dio che la sua famiglia fosse fatta prigioniera.
La seconda precisazione da fare è che la donna ha sempre avuto un ruolo importante nella storia dell’umanità, anche se a volte in modo indiretto. Riguardo al ruolo della donna nella storia dell’umanità possiamo fare tre suddivisioni:
1- Coloro che venivano trattate come oggetti preziosi da proteggere, ma in realtà non ricoprivano alcun ruolo importante, come le donne nelle civiltà antiche.
2- Coloro che hanno influenza sulla società in cui vivono, però a scapito del proprio valore di donna, come molte donne nella società odierna.
3- Coloro che come la donna musulmana devono proteggere il proprio valore, mantenendo la propria influenza sulla società e ciò è possibile solo rispettando le regole islamiche (ovviamente sia da parte dell’uomo che della donna).
Il miglior esempio di questo genere di donna è la nobile Fatima Zahra (a) che per difendere i diritti dell’imam Alì (a) pronunciò un discorso in moschea, però da dietro una tenda, proteggendo così il proprio valore di donna. O come la nobile Zaynab (a), il cui ruolo nella tragedia di Ashurà acquista importanza a partire dal momento in cui suo fratello e gli altri membri maschi della sua famiglia diventano martiri. Ella, simile in eloquenza a suo padre l’imam Alì (a), pronuncia discorsi, a Kufa e Damasco, che fanno rabbrividire di paura e pentimento i nemici dell’Ahlulbayt. Per esempio quando Ibn Zyad le chiede: “Come hai visto ciò che Allah ha fatto a tuo fratello e alla sua Ahlulbayt (a)?”, ella risponde:
ما رايتُ اِلاّ جَميلا، هولاء قومٌ کَتَبَ الله عليهم القتل فَبَرَزوا الی مضاجِعِهم
“Non ho visto altro che bellezza, esse erano persone per cui Allah aveva scritto il martirio e hanno raggiunto la loro beatitudine”, inoltre dice: “Ben presto Dio vi riunirà: allora vedrai chi sarà nei guai”.
Una volta giunta a Damasco, la figlia del Principe dei Credenti (a), non potendo più sopportare i discorsi senza senso di Yazid, dice: “…Yazid! Credi forse di averci ristretto la terra e i cieli, lasciandoci senza più alternative?! Credi forse che avendoci trascinati come schiavi da un posto all’altro, siamo umiliati davanti a Dio e tu onorato?! Credi che la tua vittoria abbia aumentato la tua nobiltà presso Dio? Sei diventato superbo e ti vanti di avere il mondo e il potere nelle tue mani, allora ascolta un attimo! Hai dimenticato che Dio nel Corano dice: ‘Coloro che sono diventati miscredenti e si sono ribellati, non pensino che se diamo loro tempo, sia a loro favore, in realtà diamo loro tempo affinché commettano più peccati e ci sia una punizione umiliante per loro’. Figlio di coloro che mio nonno il Profeta di Dio (s), durante la conquista della Mecca, ha prima imprigionato e poi liberato, è forse giusto che le tue mogli e le tue schiave siedano dietro le tende e invece le nipoti del Messaggero di Dio (s) siano trascinate come schiave da una città all’altra e messe in mostra?
Così che le vedano conoscenti e sconosciuti, le fissino buoni e cattivi?! Dei nostri uomini non è più rimasto né soccorritore, né aiutante, né difensore. Come possiamo pensare che provi pietà per noi il figlio di colei che ha masticato il fegato di un martire?! È ovvio che si affretti a combattere la nostra famiglia colui che ci vede solo con rancore e inimicizia! Senza considerarti peccatore e senza capire la grandezza di questo peccato e impudenza, dici: ‘Se solo ci fossero qua anche i miei avi a festeggiare e complimentarsi con me!’. E così dicendo indichi con un bastoncino i denti di Aba°abdullah al-Husayn (a), Principe dei giovani del Paradiso, e picchi sulle sue labbra e sui suoi denti?! E perché non dire una cosa del genere tu che ci hai dato tutto questo dolore?! Dopo aver versato il sangue della famiglia di Muhammad (s) e di luminose stelle in terra tra i nipoti di °Abdulmuttalib, chiami i tuoi avi, credendo che possano sentirti, invece molto presto li raggiungerai! Sarà allora che desidererai che la tua mano fosse stata impotente, la tua lingua muta, non avessi mai pronunciato queste frasi e non avessi mai fatto ciò che hai fatto!
O Dio! Restituisci ciò che è nostro diritto e vendicati di coloro che ci hanno oppresso e hanno ucciso i nostri familiari e i nostri compagni! Yazid! Giuro su Dio che in realtà non hai fatto altro che fare a pezzi te stesso e sicuramente sarà con queste vili azioni, cioè aver versato il sangue della famiglia del Messaggero di Dio (s) e aver violato il rispetto loro dovuto, che ti presenterai davanti al Profeta Muhammad (s) il Giorno del Giudizio, in cui Dio riunirà tutti e darà a ognuno ciò che gli spetta. Infatti, Dio dice nel Corano: ‘Non pensiate che coloro che sono diventati martiri sulla via di Dio siano morti, essi sono vivi e godono delle benedizioni divine’. Non ti basta che ti dica che Dio è il governatore e il giudice, il nobile Muhammad (s) è il nostro rappresentante e Gabriele è il nostro sostenitore?! Molto presto colui che ha ingannato te e altra gente (cioè Mu°awiyyah) si renderà conto che punizione terribile spetta agli oppressori e chi sarà nel peggior luogo e avrà l’esercito più debole. Anche se a causa degli avvenimenti sono stata costretta a parlare con te, sappi che per me non hai alcun valore e grande è il rimprovero che ti aspetta.
Che cosa posso fare se gli occhi sono pieni di lacrime e i cuori infuocati? Sappi che in realtà è sorprendente che persone pure del partito di Dio (Hizbullah), in una battaglia con il partito di Satana (Hizbushaytan), formato da schiavi liberati, vengano uccise e il sangue dei nostri familiari scenda dalle vostre lance e questi puri corpi siano preda dei vostri lupi. Anche se oggi ci consideri un bottino di guerra, sappi che molto presto saremo solo causa della tua umiliazione e quello sarà il giorno in cui subirai le conseguenze delle tue azioni. Dio non opprime i Suoi servi, io faccio causa a te presso Dio ed è a Lui che mi affido…”. La nobile Zaynab con le sue parole umiliò per sempre Yazid e i suoi seguaci davanti ad amici e nemici dell’Ahlulbayt (a).
Questa è la donna che vuole l’Islam: una donna attiva socialmente e allo stesso tempo custode del proprio valore e del proprio pudore.
Quindi la presenza della famiglia dell’imam Husayn (a) a Karbalà era fondamentale, infatti i suoi membri non solo hanno diffuso il messaggio di Ashurà, ma hanno reso i nemici impotenti di fronte a loro, poiché il maltrattamento di donne e bambini ha fatto in modo che i soldati di Yazid fossero rimproverati da tutti, persino dalle loro famiglie.
Inoltre l’imam Husayn (a), portando la sua famiglia e sacrificandone se stesso e i membri maschi, ha dimostrato la sua pura intenzione che avrebbe influenzato intere generazioni.
Riguardo all’argomento presentato dobbiamo fare alcune considerazioni. Nell’Islam non sono solo gli uomini che devono partecipare alle attività sociali, ma anche le donne devono prendere parte alla difesa della verità ed opporsi ai tiranni; la nobile Zaynab (a) e le altre donne della famiglia dell’imam Husayn (a) è diffondendo il messaggio di Ashurà che hanno compiuto il loro dovere. Poiché se esse non l’avessero fatto, questo messaggio non sarebbe arrivato fino a noi, soprattutto considerando il potere degli Omayyidi nel diffondere notizie a loro favore. Infatti la Siria e le zone circostanti erano sotto il controllo degli Omayyidi da molti anni ed essi erano riusciti ad ottenere il completo controllo anche religioso sulla popolazione, tanto che, quando gli Abbassidi ottennero il potere, alcuni degli emiri degli Omayyidi andarono dal primo califfo Abbasside giurando che fino ad allora erano convinti che gli unici parenti rimasti del Profeta (s) fossero gli Omayyidi. Invece la nobile Zaynab (a) e l’imam Sajjad (a) con i loro discorsi riuscirono ad impedire che gli Omayyidi con la loro forte influenza cancellassero o alterassero la storia della tragedia di Ashurà.
Inoltre il comportamento oppressivo e crudele di Yazid e del suo esercito nei confronti della famiglia dell’imam Husayn (a) e l’innocenza di questi fu un elemento essenziale nello svelare il vero volto del tiranno Yazid, anche ai seguaci degli Omayyidi.
Oggi anche noi musulmani, uomini e donne, abbiamo l’obbligo di diffondere il messaggio di innocenza dei palestinesi e svelare il vero volto dei loro oppressori e questo nostro dovere non è meno importante di quello della nobile Zaynab (a) e dell’imam Sajjad (a) nel diffondere il messaggio di Ashurà.
Il pomeriggio dell’undicesimo giorno di Muharram le donne dell’Ahlulbayt (a) chiesero all’esercito di Ibn Sa°d di poter passare vicino ai corpi dei loro martiri. Quando Zaynab (a) vide il corpo senza vita di suo fratello, disse:
وا محمداه! صلی عليک مليکُ السماء
O Muhammad! Ti benedicano gli angeli del cielo,
هذا حسينٌ بالعَراء، مُرَمَّلٌ بالدِّماء
questo è Husayn, caduto a terra e immerso nel sangue,
صَريعٌ بکربلاء، مُقَطَّعُ الاعضاء
caduto in questo deserto, con il corpo fatto a pezzi,
مَجزورُ الراسِ مِن القفا، مسلوبُ العمامةِ والرّدا
gli hanno tagliato la testa e lo hanno spogliato dei suoi abiti,
و بَناتِکَ سَبايا و ذُرِّيَتُکَ قتلَی تسفَی عليهم الصبا
le tue figlie sono state imprigionate e sui corpi dei tuoi figli soffia la brezza dello Zeffiro.
A questo punto sia i compagni che i nemici iniziarono a piangere. Allora questa nobile donna alzò il corpo di suo fratello verso il cielo dicendo:
الهی تَقَبَّل مِنّا هذا القربان!
O Dio! Accetta questo sacrificio da parte nostra!
Oggi a Gaza ci sono tante sorelle come la nobile Zaynab (a) che alzano verso il cielo i corpi dei loro figli, mariti e fratelli e chiedono a Dio di accettare questo loro sacrificio.