Alcuni aspetti della vita dello Shaykh Ansari
Shaykh Murtada Ansari, discendente del celebre Compagno del Profeta (S) Jabir Ibn Abdullah Ansari, nacque nella città iraniana di Dizful nell’anno 1214 H. e morì nella città santa di Najaf (Iraq) nell’anno 1281. Eglì frequentò le lezioni di molti celebri sapienti come Mulla Ahmad Naraqi a Kashan e Shaykh Ali Kashiful-Ghità a Najaf. Dopo la morte di Shaykh Muhammad Hasan Najafi, il famoso autore dell’opera “Jawahir al-Kalam”, Shaykh Ansari divenne il marja’ indiscusso del suo tempo.
Quando Shaykh Muhammad Hasan Najafi si trovava quasi in punto di morte, nominò Shaykh Ansari come suo erede alla marja’iyyah. Inizialmente Shaykh Ansari invitò a Najaf un suo ex compagno di studio, Mulla Sa’id Barfurushi (noto anche come “Sa’idul-‘ulama”), per assumere l’incarico della marja’iyyah, il quale però disse che sebbene si fosse occupato degli affari pubblici sicuramente più di Ansari, la sapienza di quest’ultimo era incomparabile alla sua, e quindi il vero marja’ del tempo non poteva essere nessun altro che il più qualificato in materia di conoscenza.
Secondo alcuni il successo dello Shaykh Ansari non solo era dovuto alle sue qualità personali ma anche alle sue origini. Dizful, la sua città natale, infatti, era un centro culturalmente misto ove vivevano arabi e persiani. Egli insegnò dunque sia in lingua araba che persiana e si indirizzò con più facilità ai dotti e agli eruditi di svariata provenienza.
Lo stile di vita dello Shaykh Ansari era estremamente semplice ed egli riponeva sempre molta attenzione a non accumulare più soldi del necessario. Non appena riceveva somme di denaro le distribuiva ai più poveri e ai suoi studenti.
Una sorpresa per Mirza Hasan Shirazi
Mirza Hasan Shirazi fu uno dei più grandi sapienti contemporanei dello Shaykh Ansari. Egli teneva regolarmente le sue lezioni a Najaf. Un giorno vide Shaykh Ansari tenere alcune lezioni nei pressi del mausoleo dell’Imam ‘Ali (A) e rimase assai stupefatto della sua sapienza, della sua capacità di memorizzazione e del suo modo di spiegare. Il mattino seguente disse ai suoi studenti di voler iniziare a frequentare le lezioni dello Shaykh Ansari e che questi era più sapiente di lui. Essi avrebbero comunque potuto scegliere se continuare le lezioni con lui o con Ansari.
Dopo la sua prima lezione con Shaykh Ansari, Mirza Hasan Shirazi si avvicinò al maestro e notò che i suoi vestiti erano un po’ malandati e molto vecchi. Mirza Hasan si mosse dunque per spolverare le scarpe dello Shaykh Ansari con il suo stesso turbante in segno di rispetto e notò che il maestro camminava senza suola (ossia con solo la parte superiore delle scarpe)!
Un consiglio dello Shaykh
Un giorno la madre dello Shaykh Ansari giunse da lui spiegandogli la difficile situazione economica di suo fratello il quale era sottoposto a notevoli difficoltà. La madre lo esortò a fare qualcosa per suo fratello. Ovviamente l’ordine della madre era di vitale importanza per Shaykh Ansari e fece chiamare subito suo fratello. Non appena arrivò, Shaykh Ansari gli diede le chiavi della stanza ove veniva conservato l’ammontare dei soldi dell’Imam (AJ) e gli disse di prendere la somma che voleva. Non appena il fratello iniziò a prendere oro e gioielli, lo Shaykh gli disse: “O fratello mio! Prendi quanto vuoi ma non sarò con te il Giorno della Resurrezione”. Le parole dello Shaykh provenivano dal cuore, non dalla sua lingua, e per questo esse ebbero immediatamente un notevole effetto su suo fratello.
Non è un caso che, secondo una nobile Tradizione, il santo Profeta (S) abbia detto: “al-maw’iza idha kharajat minal-qalb dakhalat ilal-qalb” (Quando un consiglio proviene dal cuore, al cuore giunge).
Il fratello lasciò quindi la ricchezza che aveva preso fino ad allora e si accontentò di una moneta che era sufficiente per far fronte alle sue spese.
Il segreto dello Shaykh
Una volta Shaykh Ansari era in viaggio da Kashan verso Najaf e sostò a Tehran nei pressi della scuola teologica “Sadr”. Grazie alla sua percezione profonda, Shaykh Ansari capì che lo studente che lo stava ospitando non aveva soldi per comprare la cena. Fu così che che lo Shaykh gli diede del denaro per comprare due pezzi di pane. Lo studente ritornò con due pezzi di pane e un dolce. Quindi lo Shaykh gli disse: “I soldi che ti ho dato non sono sufficienti per comprare il pane e il dolce”. Lo studente rispose dicendo che aveva comprato il dolce su credito. Fu così che lo Shaykh si rifiutò di mangiare. Passò la notte, e il giorno seguente lo Shaykh si recò verso Najaf ove raggiungerà le più elevate vette spirituali. Col passare del tempo ogni scuola teologica conosceva Shaykh Ansari. Per questo motivo lo studente della scuola teologica “Sadr” decise di andare a Najaf per incontrarlo nuovamente e così avvenne. Lo studente trovò il corpo, la mente e lo spirito dello Shaykh Ansari avvolti di grandezza e magnificenza spirituale. Non appena gli si presentò l’occasione gli chiese: “Non siete forse la stessa persona con la quale ho passato una notte alla scuola teologica di Tehran?”. Lo Shaykh rispose affermativamente. Quindi chiese ancora: “Come avete fatto a raggiungere un simile stadio mentre io non son giunto ad alcunché?”. Lo Shaykh rispose dicendo: “Caro amico mio! Entrambi stavamo viaggiando sul sentiero della conoscenza; tu comprasti il dolce su credito ed io non lo feci. Mentre io temevo che noi due potessimo non essere vivi il giorno successivo, quando tu avresti dovuto pagare il creditore, tu non lo temevi. Questa è la differenza tra me e te”.
La figlia è malata
Una volta la figlia più giovane di Shaykh Ansari si ammalò. Sua madre mandò l’assistente dello Shaykh, il cui nome era Mulla Rahmatullah, per chiedergli del denaro afinché potesse comprare del succo di melograno che a quel tempo veniva utilizzato come medicina per ridurre la febbre. Comunque lo Shaykh si rifiutò di pagare la somma poiché gli unici soldi che possedeva in quel momento erano i soldi dell’Imam (AJ). A ciò va aggiunto che Shaykh Ansari fu sempre estremamente cauto per quanto riguarda l’utilizzo personale dei soldi. Shaykh Ansari disse a Mulla Rahmatullah di dire a sua moglie di lavare i piedi della figlia affinché la febbre diminuisse.
Il sogno di Akhund Khorasani
Akhund Muhammad Kazim Khurasani, autore della celeberrima opera “Kifayah al-Usul”, fu tra gli studenti più prominenti dello Shaykh Ansari. Akhund Khurasani era molto attratto dalla sapienza e dalle capacità del suo insegnante, poiché questi era in grado di rispondere immediatamente ad ogni domanda senza dover prima far riferimento ad alcun libro. Akhund Khurasani si chiedeva come potesse il suo insegnante memorizzare ogni singola nozione e soprattutto quante ore dedicasse allo studio delle scienze islamiche. Per questo motivo egli decise di spiarlo durante la notte, essendo oltretutto suo vicino di casa. Fu così che egli notò che Shaykh Ansari dormiva fino a mezzanotte, poi si svegliava e si dedicava ad atti di adorazione fino al sorgere del sole. Akhund Khurasani continuò a spiare il suo insegnante per diverse notti vedendo come osservava questa pratica in modo regolare fino a che, un giorno, Shaykh Ansari gli disse di smetterla di spiarlo poiché in questo modo non avrebbe mai trovato ciò che cercava. Egli aggiunse infatti la sua conoscenza non proveniva da un sistema ordinario di apprendimento ma bensì da un altro.
Per un breve periodo Akhund Khurasani continuò a seguire le lezioni di Shaykh Ansari senza comprendere molto. Un giorno, però, decise di andare a visitare la tomba dell’Imam ‘Ali (A) per chiedergli come potesse ottenere la conoscenza del suo insegnante. La stessa notte, l’Imam Ali (A) gli apparve in sogno recitandogli il primo versetto della sura al-Fatihah: “Bismillah ir-Rahman ir-Rahim” (Col Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso). Il mattino seguente Akhund Khurasani si recò alla sua lezione quotidiana presieduta da Shaykh Ansari. Ogni volta che quest’ultimo diceva qualcosa, egli non solo la comprendeva benissimo ma ribatteva con veemenza ed entusiasmo. Ciò si ripeté varie volte fino a che, ad un certo punto, Shaykh Ansari disse al suo allievo: “Adesso basta. Ricordati che chi ti ha recitato Bismillah ir-Rahman ir-Rahim mi ha recitato tutta la sura fino a wa la dhallin” (1)
Note
(1) La “Basmala” (ovvero la formula del “Bismillah ir-Rahman ir-Rahim”) è presente all’inizio di ogni sura, o capitolo, del Sacro Corano, ad eccezione di una. Questa formula è quindi presente anche nella prima sura del Libro Sacro, chiamata “Al-Fatihah” o “Aprente”, costituendone il primo versetto. “Wa la dhallin” costituisce invece il settimo, ed ultimo, versetto di questa sura. Con queste parole Shaykh Ansari ha quindi voluto dire che la conoscenza di cui era in possesso, a differenza di quella di Akhund Khorasani, era completa.