Abdullah Ibn Saba: mito o realtà?

Abdullah Ibn Saba: mito o realtà?*

Nel corso dei secoli si è sviluppata l’assurda idea secondo la quale la dottrina sciita sarebbe stata creata da un ebreo che odiava l’Islam e si infiltrò tra i musulmani per distruggerli. Il suo nome sarebbe quello di Abdullah Ibn Saba. Alcuni sapienti sunniti e sciiti, diversi accademici occidentali e uno studio logico del retroterra di questa figura concordano comunque che Abdullah Ibn Saba non è in realtà mai esistito.

Nessuna delle principali fonti sunnite primarie come al-Baladri e Ibn Sa’d ha mai menzionato Ibn Saba; solo al-Tabari lo ha citato, ma le narrazioni su Ibn Saba vengono presentate sull’autorità di due individui assolutamente inaffidabili: Sayf Ibn ‘Umar al-Tamimi e al-Sari Ibn Yahya. Narratori sunniti come Ibn Hayyan, Ibn Uday e Ibn Muin sono tutti concordi che Sayf Ibn ‘Umar al-Tamimi fabbricava o modificava hadith.

Similmente, in opere come al-TahdhibMizan al-Itidal e Tadhkiratal-Mawdhuat si afferma che due uomini chiamati al-Sari (al-Sari Ibn Ismail al-Hamdani al-Kufi e al-Sari Ibn Asim al-Hamdani) che vivevano durante il periodo di al-Tabari (uno dei quali è molto probabilmente il Sari menzionato da al-Tabari) erano noti per fabbricare hadith. [1] 

Un differente al-Sari i cui hadith erano affidabili visse comunque molto prima di loro; egli nacque nel 167 dell’Egira e quindi al-Tabari – che nacque nel 224 dell’Egira – non poté mai incontrarlo. Poiché tutte le fonti successive che citano Ibn Saba fanno riferimento alla storia di al-Tabari e le informazioni fornite da al-Tabari sono nella migliore delle ipotesi discutibili, è quindi più che probabile che l’esistenza di Ibn Saba venne inventata da questi due individui disonesti (Sayf Ibn ‘Umar al-Tamimi e al-Sari Ibn Yahya). [2]

Tuttavia, vere o finte che siano, vale la pena analizzare le informazioni riguardanti Ibn Saba fornite da al-Tabari.

Secondo al-Tabari Ibn Saba era un ebreo proveniente da Sana,nello Yemen. Il nome di sua madre era Sawda e si dice sia diventato musulmano durante il califfato di ‘Uthman. Egli viaggiò in diversi paesi musulmani, come Hijaz, Basra, Shaam ed Egitto, propagandando la nozione secondo cui, al pari del Profeta Isa (Gesù), anche il Profeta Muhammad sarebbe ritornato una seconda volta, citando il versetto 28:85 come fonte di prova:

In verità Colui che ti ha imposto il Corano ti ricondurrà al luogo del ritorno. Di’: “Il mio Signore conosce meglio chi viene con la Guida e chi è in manifesto errore”.

Alcuni storici moderni però, come Muhammad Farid Wajdi nella sua enciclopedia Dairat al-Marif, non solo aggiungono maggior fantasia al resoconto di al-Tabari, ma riferiscono una versione leggermente differente. Wajdi sostiene che Ibn Saba era un seguace intimo dell’Imam ‘Ali e lo ammirava così tanto da ritenerlo una divinità.

Secondo questa fiaba quando l’Imam ‘Ali ascoltò le affermazioni di ibn Saba voleva ucciderlo, ma su consiglio di Abdullah ibn Abbas lo mandò invece ad al-Madain. Questa reazione è in completo contrasto con quanto è noto della condotta dell’Imam ‘Ali, che  risparmiò un nemico per timore di ucciderlo per rabbia piuttosto che per giustizia.

Al-Wajdi sostiene quindi che mentre si trovava ad al-Madain Ibn Saba avrebbe diffuso la prima idea secondo cui ‘Ali era un profeta e poi una divinità. [3] Altri autori contemporanei, come Ahmad Atayllah, sostengono che Ibn Saba voleva indebolire e distruggere il califfato di ‘Uthman, quindi combinò intenzionalmente alcune idee ebraiche con l’Islam per forgiare le dottrine sul ritorno del Profeta (raja) e la conoscenza dell’Imam ‘Ali sull’occulto (ilm al-ghayb, mediante una definizione sconosciuta a tutti). [4]

Attribuendo queste idea a Ibn Saba, reale o immaginario, questi autori non solo sono riusciti a screditare la Shi’a e presentare la dottrina sciita come nient’altro che insegnamenti importati da un’altra religione (piuttosto che una parte integrale e legittima della storia dell’Islam), ma hanno anche spostato la colpa dell’assassinio di ‘Uthman su qualche incidente settario eterodosso piuttosto che sulla politica amministrativa di ‘Uthman, che causò così tanto risentimento da portare alla sua uccisione non per mano dei seguaci di “Ibn Saba”, ma da parte dei Compagni del Profeta.

L’idea che qualcuno con una mentalità eretica come Ibn Saba sia riuscito a plagiare i musulmani, molti dei quali erano Compagni e avevano visto il Profeta in prima persona, è ridicola. Ancor più irreale è l’idea che qualcuno così potente da abbattere il terzo califfo possa essere esistito senza venire menzionato in un momento storico così studiato, anche ben oltre la sua morte. 

E’ inoltre inconcepibile credere che ‘Uthman, che aveva severamente punito alcuni dei Compagni del Profeta come Ammar ibn Yasir e Ibn Masud su questioni non attinenti la dottrina islamica, potesse trascurare simile persona, che rappresentava una minaccia potenziale per rovesciare la sua struttura di potere.

Anche le scarne informazioni riguardanti Ibn Saba sono poi in conflitto tra loro, perché alcuni hanno affermato che apparve durante il tempo di ‘Uthman, altri durante il califfato dell’Imam ‘Ali e altri ancora che entrò in scena dopo la morte di ‘Ali. Alcuni hanno inoltre detto che egli si limitava a venerare l’Imam ‘Ali, mentre altri hanno affermato che il suo obiettivo principale era di spingere la popolazione contro ‘Uthman.

Per questi motivi i sapienti sciiti che hanno studiato in profondità questo argomento, al pari di molti orientalisti quali Bernard Lewis, Wellhausen, Friedlander, Leone Caetani e altri, sono tutti concordi che Ibn Saba non è altro che una leggenda fabbricata.

Il mito di Ibn Saba non si è sviluppato dal nulla. Le storie che lo riguardano si diffusero per la prima volta quando lo status quo era minacciato dalle credenze dell’Islam Sciita – che sono basate fermamente nel Corano, nella sunnah del Profeta e nella designazione dei successori da parte del Profeta.

Inventando Ibn Saba e attribuendogli le dottrine dell’Islam Sciita in modo così distorto, hanno fatto apparire la Shi’a più come un gruppo marginale che come parte del nucleo islamico. Come dice l’erudito egiziano Taha Husayn nella sua opera Al-Fitnah al-Kubra: “Gli oppositori della Shi’ah hanno esagerato la questione di Ibn Saba per diffamare ‘Ali e i suoi seguaci. Ibn Saba era una figura immaginaria (shakhsiyah wahmiyah), e l’unica fonte che lo menziona era Sayf Ibn ‘Umar, un individuo ben noto per essere mendace.” [5]

Maggiori informazioni su Ibn Saba possono essere trovate nell’opera di Taha Husayn e in quelle di Sayyid Murtadha al-Askari. [6]

NOTE

1) Lisan al-Mizan, 3:12; al-Ghadir, 8:143

2) Al-Ghadir, 9:218

3) Wajdi, Muhammad Farid; Dairat al-Marif al-Qarn al-Aishren, 5:17

4) Atayllah, Ahmad; Al-Qamus al-Islami, 3:222

5) Taha Husayn, Al-Fitnah al-Kubra, nel capitol su Ibn Saba.

6) La sua opera su Abdullah Ibn Saba è disponibile in inglese con il titolo Abdullah Ibn Saba and Other Myths ed è stata stampata in due volumi. 

*Tratto da S.M.Qazwini “Inquiry about Shi’a Islam”, con alcune lievi modifiche.

A cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : La scuola dell’Ahlul-Bayt

Comments are closed.