Le cerimonie di lutto sciite hanno fondamenti islamici?
Durante il mese di Muharram del calendario islamico, ogni anno gli sciiti si riuniscono per commemorare l’evento di ‘Ashura avvenuto nella piana di Karbala, ove ebbe luogo il martirio dell’Imam Husayn, pace su di lui. Questo tipo di commemorazione è approvato dal Santo Corano, fa parte della sunna del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia e venne praticato anche dai suoi Compagni.
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Una manifestazione di sofferenza nel Santo Corano
Nella Surat al-Dhariyat è riportato che Sara, pace su di lei, si colpì il volto più volte quando le fu detto che avrebbe concepito un figlio:
“Venne dunque sua moglie gridando, colpendosi il volto e dicendo: “Sono una vecchia sterile!”.[1]
Ciò che è evidente è che se colpirsi il volto fosse stata un’azione riprovevole al cospetto di Allah, gloria a Lui l’Altissimo, Egli lo avrebbe fatto notare.
Il nobile Profeta (S) pianse per l’Imam Husayn (A)
Il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, già prima dell’evento di ‘Ashura pianse per l’Imam Husayn, pace su di lui. Il famoso sapiente Ahmad ibn Hanbal ha riportato quanto segue:
“Muhammad bin ‘Ubady ci ha trasmesso da Sharhabil bin Madrak da ‘Abdullah bin Nujayy da suo padre che narra che era tra coloro che marciavano con ‘Ali verso Siffin e quando raggiunsero Ninevah, ‘Ali gridò con voce forte:- O Aba ‘Abdillah! Sii paziente presso il fiume Eufrate!-. Ed io chiesi: -Per cosa?-. Egli disse:- Una volta mi recai dal Profeta, vidi i suoi occhi lacrimare e gli chiesi: ‘O Messaggero di Allah, chi ti ha reso sconvolto? Perché i tuoi occhi sono bagnati dalle lacrime?’. Egli disse: ‘[Poco fa l’Arcangelo] Jibril è venuto. Egli mi ha informato che Husayn sarà ucciso vicino il fiume Eufrate’. Poi egli disse: ‘Vuoi sentire la terra ove egli sarà ucciso?’. Egli tese la sua mano, raccolse un pugno di terra e me la diede. Non sono più riuscito ad impedire alle lacrime di scendere dai miei occhi.’-”[2] .
L’annotatore del “Musnad” definisce l’isnad (la catena di trasmissione) di questa tradizione come sahih (autentico) e scrive che Najayy non è l’unico ad averla narrata dall’Imam ‘Ali, pace su di lui.
Il lutto del beduino
Nel “Muwatta” di Malik è stato riportato quanto segue:
“Un beduino giunse dal Messaggero di Allah battendosi le mani sul petto e strappandosi i capelli e gli disse:- Sono rovinato-. Il Messaggero di Allah gli chiese:- Perché?-. Egli disse:- Ho avuto un rapporto sessuale con mia moglie mentre digiunavo nel mese di Ramadan-. Il Messaggero di Allah gli chiese:- Sei in grado di liberare uno schiavo?-. L’uomo rispose:- No-. Allora gli chiese:- Sei in grado di donare un cammello?-. L’uomo rispose:- No-. Allora disse:- Siediti-. Alcuni Compagni portarono un grosso cesto di datteri al Messaggero di Allah ed egli disse al beduino:- Prendi questo cesto e donalo come sadaqa (elemosina) -. L’uomo disse:- Non vi è nessuno più bisognoso di me-. Allora gli disse:- Mangiali e digiuna un giorno per recuperare il giorno in cui hai avuto il rapporto sessuale-”[3]
Si noti il fatto che mentre il beduino si batteva il petto e si strappava i capelli a motivo della sua sofferenza in presenza del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, questi non fece nessuna obiezione né proibì l’atto.
Il lutto di Bilal
Lo Shaykh ‘Abdul Haqq al-Muhaddith al-Hanafi al-Dehlavi descrive gli eventi che ebbero luogo durante la malattia fatale del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, nella sua opera “Mudarijun al-Nubuwwa”:
“Bilal uscì colpendosi la testa e piangendo ad alta voce.”[4]
Anche in questo caso nessuno dei compagni fece nessuna obiezione al comportamento di Bilal, il muhi’ddin prescelto del nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia. Inoltre in quel momento il nobile Profeta, pace su di lui e la sua famiglia, era ancora vivo. Come può dunque un simile atto esser proibito in occasione del martirio dell’Imam Husayn, pace su di lui?
Il lutto delle mogli del nobile Profeta (S)
Al-Tabari riporta quanto segue:
“‘Abbas riporta che ‘Aisha ha detto:- Il Messaggero di Allah morì sul mio petto quando era con me e io non ho fatto torto a nessuno riguardo a lui. E’ stato a motivo della mia ignoranza e giovinezza che il Messaggero di Allah morì accanto a me. Poi posi la sue testa su un cuscino, mi battei il petto e mi colpii il volto assieme ad altre donne.”[5]
In accordo al “Musnad” di Ibn Hanbal, ‘Aisha commemorò la dipartita del nobile Profeta (S) con altre donne colpendosi la testa[6] .
Il lutto di Fatima az-Zahra (A)
Al-Shaykh ‘Abdul-Haqq al-Muhaddith al-Hanafi al-Dehlavi riporta quanto segue:
“Quando Fatima az-Zahra seppe [la falsa notizia] del martirio del Messaggero di Allah a Uhud, essa uscì di casa colpendosi la testa.”[7]
Si noti che Fatima az-Zahra, pace su di lei, viene dichiarata “intoccabile” da ogni sorta di impurità (e quindi anche peccato) in accordo al versetto al-Ahzab:33.
Conclusione
In definitiva è possibile concludere che le espressioni di lutto sono una reazione naturale di uno specifico stato umano. Chi, in questo mondo, può affermare con certezza di non piangere o di non colpirsi se uno dei suoi cari viene a mancare?
I nemici dell’Ahl al-Bayt condannano le commemorazioni di ‘Ashura perché non comprendono la tristezza di questo evento, non percepiscono con il cuore gli insegnamenti dietro a questo episodio storico, non realizzano la portata spirituale dell’Imam Husayn, pace su di lui.
Ma in realtà non vi è niente di male nel battersi le mani sul petto, colpirsi la testa e il viso, al fine di mantenere vivo il messaggio di questo grande uomo!
NOTE
[1] Sura al-Dhariyat, 29.
[2] Al-Musnad Ibn Hanbal, hadith 209-210.
[3] al-Muwatta di Malik, vol. 18, n. 18, 9, 29.
[4] al-Dehlavi, “Mudarijun al-Nubuwwa”, vol. 2, pag. 544.
[5] al-Tabari, “Tarikh”, vol. 9, pag. 183.
[6] al-Musnad Ibn Hanbal, vol. 6, pag 274.
[7] al-Dehlavi, “Mudarijun al-Nubuwwa”, vol. 2, pag. 163.
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