MAJAALIS: RAVVIVARE LA RELIGIONE STESSA
Shaykh Muhammad Khalfan
Uno dei brillanti capolavori poetici è il famoso distico scritto dal santo sufi Mu’in al-Din Chishti, che inizia con “Shah Ast Husayn Paadshah ast Husayn Din Din ast Husayn panah ast Husayn…”
Ciò che è più notevole in questa poesia è la frase “Din ast Husayn” (Husayn è la Religione). Tutti coloro che commemorano il movimento divino dell’Imam al-Husayn (as), partecipano alle cerimonie di lutto di Muharram e si lamentano per il tragico martirio dell’Imam al-Husayn (as), devono inculcare questa importante espressione nella loro mente e renderla il loro metro di giudizio per decifrare se questi incontri commemorano davvero o meno questo evento unico e senza precedenti nella storia del genere umano.
L’Imam al-Husayn (as) rappresenta la religione in tutte le dimensioni della vita umana. Egli è la quintessenza dell’Islam e il suo obiettivo era la salvezza dell’Islam. Se i nostri incontri facilitano la rinascita della religione in noi stessi e nella società in generale, possiamo dire con soddisfazione che teniamo vivo il ricordo del martirio dell’Imam al-Husayn (‘a), ma se non servono il suddetto scopo e si riducono a raduni miranti meramente a guadagnare ‘Thawab’ (ricompense divine), dobbiamo lottare per cambiarli e renderli un mezzo per quello che al-Husayn (‘a) è in realtà:
“Shah ast Husayn paadshah ast Husayn Din ast Husayn Din panah ast Husayn sar daad nadaad dast dar daste Yazid Haqqa ke binaaye la ilah ast Husayn“
(Husayn è il Re, il Re dei re; Husayn è la Religione, Husayn è il Protettore della Religione; ha dato la sua testa, ma non la sua mano a Yazid; in verità Husayn è il fondamento della negazione di tutte le divinità all’infuori di Allah)
Pertanto se un majlis (incontro religioso) dovesse incendiare il nostro cuore e trasformare la nostra vita di peccato in quella dell’obbedienza a Dio, abbiamo davvero ricordato il tragico martirio dell’Imam al-Husayn (‘a).
Se una ‘marthiya’ (poesie recitate nei majlis) mirava a farci adempiere in tempo alla Preghiera con concentrazione, a stabilire un buon rapporto con i nostri vicini, a versare le imposte religiose, a rispettare i nostri genitori, ad astenerci dagli atti illeciti e riformare la situazione degli afflitti, allora abbiamo veramente ricordato il movimento di Husayn.
Se partecipare ai majaalis (raduni di ricordo del martirio dell’Imam) ravviva la nostra dimensione spirituale e ci consente di purificare il nostro passato appannato e cominciare una vita di ‘taqwa’ [timor di Dio], allora abbiamo pianto davvero per l’Imam al-Husayn (‘a).
“Din ast Husayn, Din Din ast Husayn ast Husayn…” (Husayn è la Religione! Husayn è la Religione! Husayn è la Religione!)
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