L’Ayatullah Motahhari e la “bella morte”

L’Ayatullah Motahhari e la “bella morte”

Alcuni estratti di un’intervista realizzata con la moglie del grande sapiente e martire dell’Islam, l’Ayatullah Motahhari, assassinato da un gruppo terroristico all’indomani della vittoria della Rivoluzione Islamica dell’Iran, il 1 maggio 1979.

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Signora Motahhari, i grandi uomini vivono brillantemente e muoiono brillantemente, e nella stessa maniera in cui la sua vita [del maestro Motahhari] fu fonte di movimento, crescita e bellezza, anche la sua morte è nuova vita, vivificatrice degli esseri umani. Abbiamo sentito che il professore Motahhari chiedeva sempre a Dio una “bella morte”. Può dirci qualcosa al riguardo?

Spesso diceva: “Voglio una bella morte, e non morire nel mio letto”. Il martirio era la sua massima gioia, e alla fine lo ottenne. Ho un ricordo di lui a questo riguardo. Egli teneva discorsi e lezioni tutte le notti in un posto dove partecipavano quasi tremila persone. Dopo uno di questi incontri una signora telefonò a casa nostra e mi disse: “Chiedete al maestro il significato dell’espressione “bella morte” che egli utilizza nei suoi discorsi.” Così quando mio marito tornò a casa glielo chiesi. Egli disse: “Guarda, questa signora ha ascoltato una sola volta da me questo termine e ne chiede il significato e tu fin’ora non mi hai mai chiesto nulla al riguardo.” Dissi: “Va bene, dimmi ora che significa “bella morte”.” Disse: “Bella morte è il martirio, e che io non lasci questo mondo infermo, nel letto.”

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E con la stessa bellezza rispose Dio a questa supplica, come manifestazione del versetto “Inna la nudi’u ayra man ahsana ‘amalan” (Quanto a coloro che credono e compiono il bene, non lasceremo andar perduta la ricompensa di chi avrà agito per il bene” – Al-Imran, 3: 169) e “ud’uni astajib lakum” (“ChiamateMi e vi risponderò!” – Sura al-Kahf, 18: 30), concludendo la sua bella vita con una bella morte, e con l’abito di martire impregnato di sangue fece ingresso nel gruppo dei Suoi intimi amici.”

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Egli aveva detto qualcosa riguardo al suo martirio?

La moglie del Maestro: “Ripetutamente diceva: “Essi mi uccideranno e dopo la mia morte mi conoscerete. Dopo la mia morte la gente verrà in questa casa e parlerà con te di me.” Anche nei sogni aveva detto a uno dei suoi amici: “La gente mi conoscerà dopo trenta anni.”

Prima della Rivoluzione riceveva sempre minacce da parte di gruppuscoli controrivoluzionari, specialmente il gruppo “Furqan”, che lo minacciava e intimava sia al telefono che mediante lettere, ma egli continuava il suo lavoro senza alcun timore.

Dopo l’attentato contro Sapahbad Varani egli disse: “Questa volta è il mio turno.”

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La forza che fece giungere il martire Motahhari a tale elevata posizione, fu la sua relazione con la Profezia, l’Imamato e la Wilayat. Alla fine, per la sua purezza spirituale e la sua difesa della religione, l’Inviato di Dio (S), nel mondo dei sogni e prima del martirio, baciò il Martire Motahhari. Quale benedizione più grande di questa?

La moglie del Professore dice: “Tre notti prima del suo martirio il Professore Motahhari ebbe un sogno. Fu l’ultima notte di venerdì, quando si alzò in uno stato particolare, con entusiasmo. Gli chiesi cosa fosse successo e disse:

“Proprio ora ho fatto un sogno in cui l’Imam Khomeyni ed io ci trovavamo nella Ka’bah, realizzando le circumbulazioni. All’improvviso ci accorgemmo che il Nobile Profeta dell’Islam (S) si avvicinava a me velocemente. Mentre il Profeta (S) si avvicinava verso di me, per non esser irrispettoso con l’Imam Khomeyni, mi spostai di lato e dissi: “O Inviato di Dio! Questo signore è uno dei vostri discendenti”. Il Nobile Profeta dell’Islam (S) si avvicinò all’Imam, lo baciò e dopo venne verso di me e mi baciò. Pose le sue labbra su di me e non le separò più, ed io, dall’intensità del piacere, mi svegliai e ancora sento il calore delle labbra dell’Inviato (S) su di me.”

Nella stessa notte in cui lo martirizzarono, quando – un’ora e mezza dopo la mezzanotte – tornammo dall’ospedale, un suo amico, che era uno gnostico, telefonò per conoscere lo stato di Motahhari. Gli dissi: “L’hanno ucciso!”. Divenne turbato e stupito e disse: “Proprio ora una donna tra le mie studentesse mi ha chiamato dicendo che alle ore 23 aveva avuto un sogno in cui le veniva mostrata una tomba verde e le veniva detto: “Visitate questa tomba!”. Ella ha chiesto: “A chi appartiene?”. Dissero: “E’ dell’Imam Husayn (A)”. Poi le indicarono un’altra tomba verde e dissero: “Visita anche questa.” Ella chiese: “E questa a chi appartiene?”. Risposero: “Al signor Motahhari”. Poi vide che la stavano elevando ai cieli, portandola in un’ampia spianata e lì le mostrarono un trono di luce di una bellezza straordinaria, mentre un gruppo girava intorno, recitava salawat e diceva: “Questo è il luogo di onore dei prossimi e intimi di Dio.” In quel momento entrò il Signor Motahhari e si sedette sul trono. Questa signora si avvicinò e gli chiese: “Che fate voi qui?”. Egli rispose: “Chiesi a Dio una stazione elevata, ma Egli mi ha donato una stazione molto più alta.”

Ci rendemmo conto che questo sogno era avvenuto nel momento esatto del martirio del Maestro.”

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Così l’Ayatullah Motahhari, offrendo la sua vita, visita il suo amato, il Signore dei Liberi dal mondo, Husayn ibn ‘Ali (A), ed il suo martirio diventa un punto di partenza per i cercatori e difensori della verità. La sua dipartita è un inizio fresco ed eterno per i seguaci della verità. Le sue parole assumono così un colore verde eterno che richiamano alla freschezza ed eternità delle Parole del Creatore che recitano: “Non hai visto a cosa Dio paragona la buona parola? Essa è come un buon albero, la cui radice è salda e i cui rami [sono] nel cielo, e continuamente dà frutti, col permesso di Dio.” (Sura Ibrahim, 14: 24-25)

Motahhari si unì al mondo angelico in maniera tale da diventare una manifestazione delle parole dell’Inviato di Dio (S) rivolte al Principe dei Credenti ‘Ali (A): “O ‘Ali. I tuoi Shi’a (seguaci) saranno intorno a me su pulpiti di luce, con i loro volti illuminati e a me vicini” (Hadith profetico e parte della Supplica del Lamento in attesa dell’Imam Mahdi – Du’a Nudbah – trasmessa dall’Imam as-Sadiq).

Si, gli esseri angelici, con il suo arrivo nel loro recinto, diventano colmi di allegria e gli offrono salawat…Nessuna parola al mondo può esser tanto eloquente ed espressiva quanto quella della Grande Guida della Rivoluzione, nonché maestro di Motahhari, lo scomparso Imam Khomeyni (ra). Egli disse:

“Porgo le mie condoglianze così come le mie congratulazioni all’Islam, alla Ummah Islamica ed in particolare alla nazione resistente dell’Iran per il disastro della perdita dell’onorato Shaykh Hajj Morteza Mutahhari (possa esser il suo spirito santificato).  Condoglianze per il martirio di colui che ha dedicato la sua preziosa vita agli obiettivi islamici ed ha realizzato una campagna culturale contro le deviazioni, condoglianze per il martirio dell’uomo che non ha avuto controparte nello studio dell’Islam e delle varie branche delle scienze islamiche come del Santo Corano. Ho perso un figlio a me molto caro e sono addolorato per lui, una della figure che erano il frutto della mia vita. L’Islam ha ricevuto un colpo, a causa di tale cara perdita, che sarà impossibile recuperare…Anche se ho perso un figlio a me molto caro, che era parte della mia anima, sono fiero di tali figli devoti dell’Islam…”

E così Motahhari diventa un esempio di: “Questa è l’interpretazione del mio sogno passato, che il mio Signore ha reso realtà”. (Sura Yusuf, 12: 100). E giunge a concretizzarsi il sogno veridico fatto dalla sua devota madre, quando in sogno le veniva detto: “Il bimbo che porti nel tuo ventre renderà grandi servizi all’Islam.”

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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Il pensiero islamico

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