TEHERAN (PARSTODAY ITALIAN) – L’Hujjatilislam Abbas Di Palma, studioso islamico italiano, presidente dell’Associazione Islamica Imam Mahdi (AJ) a Roma, parla in un’intervista alla nostra Redazione su Arbain dell’Imam Hossein (AS).
Abbiamo saputo infatti che l’Hujjatulislam Di Palma in occasione dell’Arbain di due anni fa, aveva partecipato alla straordinaria marcia dei fedeli da Najaf a Karbala.
Ecco il testo integrale dell’intervista rilasciata in esclusiva alla nostra Redazione:
1- Negli ultimi 5 anni la marcia di Arbain e’ stata la manifestazione rituale più’ partecipata da parte dei musulmani nel mondo, dove oltre 20 milioni di fedeli si mettono in cammino verso il santuario di Imam Hossein a Karbala. Lei, in quanto un religioso islamico sciita ci spieghi perché questa triste ricorrenza e questo evento è così importante?
Far visita all’Imam Husayn, su di lui la pace, in occasione del Quarantesimo viene considerato in molte opere classiche e raccolte di detti dell’Ahl al-Bayt come uno dei “segni del credente”. I sapienti e coloro che hanno familiarità con certi affari spirituali sono coscienti della portata del numero quaranta: per esempio quaranta furono i giorni in cui il profeta Musa ricevette la Torah sul Monte Sinai e a quaranta anni il Profeta Muhammad, su di lui la pace e sulla sua famiglia, inizio’ la sua missione divina tra le genti. In altre tradizioni si narra che fu durante il Quarantesimo che i membri dell’Ahl al-Bayt fece visita all’Imam Husayn a Karbala, dopo aver patito umiliazioni e sofferenze tra Kufa e Damasco, ritrovandosi con il celebre compagno del Profeta, Jabir Ibn Abdullah al-Ansari. Si narra inoltre che nel Quarantesimo la testa del nobile Imam si ricongiunse nuovamente al corpo sebbene dalle tradizioni non sia chiaro in che modo ciò avvenne. Esiste un alone di mistero che avvolge gli eventi susseguenti al martirio dell’Imam Husayn, su di lui la pace, il giorno di Ashura a cui ci si avvicina con intenzione pura, devozione e consacrazione; ed e’ proprio qui che ha luogo una delle più straordinarie peculiarità della marcia del Quarantesimo. Milioni di persone tra cui vecchi, disabili, bambini e madri con in braccio i propri figli giungono a Karbala a piedi per presenziare questo grande evento, gente di fede comune proveniente da ogni strato della società, per lo più oppressi che hanno sofferto e che continuano a soffrire, vittime di terrorismo psicologico e militare su ogni fronte, perché testimoni di una religione che non svanisce nonostante gli innumerevoli sforzi protratti dai suoi nemici in tal senso. Ed ecco che tutti questi credenti vengono cosi’ “trascinati” in un qualcosa più grande di loro varcando la soglia del mistero ed assaporando in prima persona i frutti di una fede e di un amore che non ha limiti e che dunque anche le semplici parole, in molti casi, non sono in grado di esplicare a dovere.
2- Abbiamo saputo che anche lei ha preso parte a questo oceano umano che per l’amore di Imam Hossein(AS) e la sua nobile famiglia, si è messo in cammino verso il luogo del martirio di Imam Hossen e i suoi settantadue fedelissimi compagni. Ci racconti la sua esperienza.
Si è trattato di un cammino meraviglioso, ho visto credenti provenienti da tutto il mondo e che non si conoscevano aiutarsi l’un l’altro per giungere alla medesima meta, fratelli che sfamavano altri fratelli considerandoli più importanti di se stessi, ognuno che cercava di favorire ed agevolare il prossimo onde essere nello stesso luogo e nello stesso giorno per prender parte al sufra benedetto dell’Imam Husayn, su di lui la pace, e dei martiri di Karbala. Niente di sorprendente dunque in quel che si vede e quel che ci attornia in quanto ogni cosa e’ sotto la supervisione divina laddove “tutto e’ possibile” ed ogni legittima richiesta viene udita. Un altro fattore degno di attenzione e’ considerare questo tipo di esperienza come una delucidazione diretta del nobile Corano. Ivi si legge: “E non considerare morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah in quanto sono vivi e ricevono sostentamento presso il loro Signore”. Spesso si tende a voler razionalizzare eccessivamente certi versetti coranici finendo poi con lo sminuire la loro vera portata. Comunque se si considera il nobile Corano come un “libro scevro da dubbio alcuno”, i suoi versetti dovrebbero testimonianza diretta delle realtà celesti e non mere idee o speculazioni. La presenza dell’Imam Husayn, su di lui la pace, e’ la “prova esplicita” che ci induce a non considerare morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah, e prender parte al suo sufra benedetto e’ quanto basta per capire chi riceve sostentamento e come lo riceve. Certo, queste sono questioni che difficilmente possono essere comprese da chi si pone dei limiti e rimane schiavo di un mondo che imprigiona piuttosto che liberare. Ad ognuno quindi le proprie provviste fa inna khayru zadi at-taqwa.
3- La marcia di Arbain è l’evento popolare più importante e partecipato, organizzato dagli stessi pellegrini. Ci spieghi come ha visto la sicurezza di questo straordinario evento? Tra l’altro il governo iracheno ha dichiarato che il numero dei pellegrini in marcia verso Karbala ha superato la soglia di 20 milioni.
Il fatto che siano i pellegrini a scendere in strada per incamminarsi verso il mausoleo dell’Imam Husayn, su di lui la pace, ed aiutarsi vicendevolmente con quel poco che possiedono, ci rimanda alla necessita’ di una vigilanza proveniente dall’Alto piuttosto che da apparati istituzionali. In ogni caso non sarebbe possibile per nessuna organizzazione o governo garantire la sicurezza per venti milioni di persone nelle date circostanze, soprattutto tenendo conto dei continui attacchi protratti contro l’Islam e i seguaci dell’Ahl al-Bayt. E’ vero, ogni tanto i credenti verso Karbala avvertono la sensazione di poter saltare in aria tra la folla da un momento all’altro vittime di attacchi terroristici con la sola colpa di amare il Profeta dell’Islam e la sua famiglia, ed alcuni affrettano il loro ingresso in paradiso proprio in questo modo, ma ciò non fa altro che rafforzare la fede dei credenti in quanto cosi’ possono meglio identificarsi con le parole del proprio Emiro quando ebbe a dire: “Chi ama noi dell’Ahl al-Bayt sia pronto ad indossare la veste dell’austerità”.