Una realtà cosmologica trascurata (Shaykh M. Khalfan)

Una realtà cosmologica trascurata

Shaykh M. Khalfan

Secondo la cosmologia islamica, l’universo non si riduce all’esistenza corporea e materiale, ma è piuttosto costituito da diversi livelli di esistenza. Questi livelli sono strettamente interconnessi e reciprocamente uniti. Ogni fenomeno che si verifica nel regno inferiore dell’esistenza ha una ripercussione nel livello superiore. Il livello più basso dell’esistenza è chiamato al-dunya (genere femminile di al-adna che letteralmente significa “il più basso”).

Secondo una tradizione narrata dall’Imam Alì (‘a), il dunya era noto come al-dunya “li annahaa adnaa min kulli shay” (“perché è inferiore a ogni cosa”) [Shaykh al-Saduq, ‘Ilal al-Sharayi’, v.1, pp. 1-2].

Il livello intermedio dell’esistenza che in realtà comprende anche il livello più basso, è noto nella terminologia coranica (23:100) come barzakh (barriera), poiché funge da barriera tra il più basso dei regni dell’esistenza (al-dunya) e il livello oltre, che il Sacro Corano definisce al-qiyama (il regno della resurrezione). Qiyama è quindi una realtà molto più elevata del dunya rispetto al barzakh. Non è tuttavia un regno parallelo separato dell’esistenza, che giunge dopo la fine di questo mondo in termini temporali, come congettura l’uomo comune.

Gli esseri umani dotati di profonda intuizione, a seconda del loro livello di purificazione e sviluppo interiore, non solo comprendono questo mondo materiale, ma possono penetrare i veli e vedere i livelli del barzakh o anche oltre. Il Santo Profeta (s) e la sua infallibile progenie vedevano tangibilmente la realtà del peccato come fuoco, e quindi naturalmente se ne astenevano.

Sebbene molti di noi non possano vedere i nostri stati superiori del barzakh e qiyama, qualora venissero rimossi i veli dell’esistenza materiale vedremmo il nostro orribile stato. Non c’è da stupirsi che cerchiamo chiaramente la liberazione dal fuoco dell’inferno in così tante suppliche che recitiamo. Non cerchiamo la protezione del fuoco dell’inferno nel Giorno del Giudizio, ma l’emancipazione dal fuoco dell’inferno qui e ora.

Nella famosa supplica Jawshan al-Kabir, ad esempio, utilizziamo la frase khallisna min al-naari yaa Rabb (“liberami dal fuoco dell’inferno, o Signore”). Con questo principio integrale in mente, lottiamo per liberarci dai guai del barzakh e oltre e spegniamo il fuoco che abbiamo acceso, attraverso l’acqua della tawba e dell’istighfar (del pentimento e della ricerca del perdono divino).

 

Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

 

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Il pensiero islamico , Novità

Comments are closed.