Fatima Zahra: il segreto della purezza (S.M.H. Fadlallah)

Fatima Zahra (as): il segreto della purezza

Il seguente articolo è un discorso che l’Ayatullah Seyyed Muhammad Husseyn Fadlallah rilasciò presso l’Hawza di Damasco e che abbiamo tradotto in italiano a beneficio dei nostri lettori.

Quando noi la ricordiamo, sia riguardo la sua nascita ed il suo arrivo in questo mondo, sia riguardo la sua morte e la sua corsa verso l’incontro con Dio, pochissimo tempo dopo la morte di suo padre [il Santo Profeta – S], lei non aveva ancora attraversato il sentiero della giovinezza ma era ancora nel suo mezzo. Quando la ricordiamo noi la vediamo quale persona intelligente nelle idee, sciente, una devota ascetica adoratrice, potente, significata e con una missione sul sentiero della Verità. Ogni qualvolta la ricordiamo, rammentiamo “Saddiqah”, la pura il cui carattere integra completamente il significato di purezza, infallibilità e verità. Proprio la stessa persona che vide i periodi più difficili nella sua infanzia e il cui dolore continuò persino mentre fu con l’Imam ‘Alì (as), assieme alle difficoltà della casa e della società che gravavano pesantemente sulle sue spalle e che condivise con suo marito. La perdita di suo padre fu un’altra difficoltà. Un padre che era lo specchio della saggezza, spirito ed epitome di un Profeta, al punto che le vite di queste due persone erano legate assieme con lo spirito della missione. Fu così che Fatima (as) soffrì nella difesa dell’Imamato nella più forte difesa possibile.

Il suo dolore può essere descritto in essenza osservando che neppure per un momento ella visse per sé stessa e dedicò tutta la propria vita al servizio del suo amato padre (S), suo marito l’Imam ‘Alì (as) e dei suoi due figli [Hasan e Husayn] Imam dei Musulmani. Il suo servizio non era dovuto solamente al suo attaccamento ad essi ed il loro essere la sua famiglia, quanto piuttosto a causa della sua devozione alla missione profetica. Tale missione fu sempre con lei al punto che il suo senso di responsabilità la portava a pensare prima agli altri piuttosto che alla propria famiglia. Allo stesso modo in cui era la figlia del Profeta di Dio per via di sangue lo era anche in relazione alla sua missione, perciò ricordatela nel modo in cui ne parlava il Profeta (S), riportato nelle maggiori scuole – un Profeta che la nominò “Madre di suo padre” (Umma Abiha). Il segreto della nostra costanza nel ricordare Zahra (as) è proprio il fatto che nel rammentarla, rammentiamo la missione ed i suoi obblighi e in che modo Zahra (as) fu attiva sul sentiero della Missione. Qui richiamiamo il modo in cui Zahra (as) fu un elemento chiave nelle mutevoli questioni della società islamica. In tutte queste cose manteniamo viva la sua memoria. Ci sono molte persone le cui memorie e i cui ricordi alla loro morte svaniscono dalla storia in quanto le proprie vite furono confinate in sé stesse, e non molto legate agli altri. La storia ricorda anche altri le cui memorie insieme alla continuazione delle loro missioni, rimangono per sempre nelle sale della storia. Fatima Zahra (as) è tra queste persone. Non si può portare alla mente il Profeta (S) senza ricordarla; ricordare l’Imam ‘Alì senza ricordarla. Non si può rammentare l’infanzia dell’Imam Hasan (as), dell’Imam Husayn (as) e di Zaynab (as) senza richiamare Fatimatu-Zahra (as), il segreto della purezza della loro infanzia.

Perciò invito tutti, non solo a mantenere Zahra (as) nelle nostre lacrime e per sempre incarnazione della missione ma anche nei nostri cuori e nelle nostre menti. Poiché non possiamo conoscere e seguire la sua via con le nostre lacrime ed incarnare il suo valore, piuttosto, il lavoro più grande è aprire i nostri occhi sulla missione e sulle responsabilità che lei avvertì come proprie. Ella versò le sue lacrime sul sentiero della missione e non una volta per sé stessa. Questa è la ragione dell’immortalità della Casa del Profeta (Ahl-al-Bait). Essi vissero unicamente per l’Islam, a causa di ciò in cambio noi dobbiamo ricordarli allo scopo di ravvivare l’Islam.

 

Fatimatu-Zahra (as) nelle parole del Profeta (S)

Se vogliamo ritrovare Zahra (as) nelle parole del Santo Profeta (S), ecco innanzitutto una tradizione dal Sahih Bukhari riferita dal Profeta (S): “Fatima è parte di me, chiunque la mandi in collera manda in collera anche me”. Ancora nel Sahih Muslim veniamo ad una tradizione che dice: “La stessa Fatima è parte di me, chiunque la offenda ha offeso me”.

Un’altra tradizione nel Sahih Muslim risalente al Profeta (S) dice: “La mia stessa figlia (Fatima) è parte di me. Qualsiasi cosa le causi agitazione mentale disturba me e qualunque cosa la offenda ha offeso anche me.” Ogni qualvolta il Profeta (S) parla, non lo fa sotto l’influenza di proprie emozioni e sentimenti, attribuendo a ciò indebito valore, piuttosto egli dà un valore che è legato alla sua santa missione. Il Profeta (S) è un uomo come chiunque altro, egli abbraccia sua figlia, le dà amore ed affetto. Ma quando è tempo di investire qualcuno di un titolo, egli lo considera dal punto di vista della sua missione e della profezia e la Rivelazione discende su di lui. Perciò, quand’egli dichiara che: “Fatima è parte di me”, cosa significa? Significa che ella è parte del suo corpo, in quanto parte vivente di lui. Quando qualcuno diviene parte dell’esistenza del Profeta (S) è quantomeno naturale che la mente della persona divenga la mente del Profeta (S) ed anche la sua purezza, spiritualità, sincerità ed onestà. 

Ora, se il Profeta (S) dichiara: “Chiunque la offende, offende me”, va notato che coloro che hanno la responsabilità della sacra missione, non sono soggetti all’influenza delle emozioni.

Perciò il significato delle parole del Profeta (S) è che non è possibile per Fatima (as) compiere il male o essere inappropriata nelle parole o nel comportamento in modo che la gente abbia il diritto di offenderla o mostrare collera nei suoi confronti. Fatima (as) è una persona tale che nessuno può riscontrare una deviazione da cui il sacro essere di Zahra è libero – che giustifichi la collera nei suoi confronti. Le parole del Profeta (S) indicano che Zahra (as) non è mai colpevole di cattive azioni, peccati e deviazioni; perciò, chiunque si incollerisca con lei o la offende, incorre nell’ira di Dio.

 

La madre di suo padre (Umm Abiha)

Il Profeta (S) era veramente solo. Questa non fu la sua prima esperienza di solitudine. Quand’egli era appena un bambino, perse sua madre. Sebbene il cuore del Profeta (S) sia traboccante di amore per Dio, egli è anche umano. E come uomo necessita amore, affetto e tenerezza. La necessità di affetto del Profeta (S) non dovrebbe esser vista come una deficienza nel suo carattere e non inficia la sua relazione con Dio. Va notato che come noi, il Profeta (S) avverta la fame e la sete. Ci sono periodi in cui noi necessitiamo di affetto proprio come quando siamo affamati e necessitiamo nutrimento per saziarci. Anche il Profeta (S) cercava mani rassicuranti ed un caldo abbraccio confortevole. E Fatima Zahra (as) venne descritta dallo Profeta (S) come la “madre di suo padre” (Umm Abiha), giacché ella gli donò tutta la sua anima, cuore, sentimenti ed emozioni, colmando così la dolcezza di cui era stato privato con la scomparsa di sua madre proprio all’inizio della sua infanzia. 

 

Traduzione a cura di Islamshia.org © È autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Il pensiero islamico , Novità

Comments are closed.