“TASK-FORCE” CONGIUNTA AMERICANO-ISRAELIANA CONTRO LA REPUBBLICA ISLAMICA
Israele e Stati Uniti hanno istituito una “task force” congiunta volto a esercitare pressioni sulla Repubblica Islamica nell’ambito di un piano che sarebbe incentrato principalmente in tentativi di incoraggiare le proteste antigovernative per questioni economiche all’interno dell’Iran.
Un funzionario israeliano ha affermato che la “task force” non è destinata a rovesciare il governo iraniano perché “nessuno pensa sia possibile farlo”, secondo quanto riportato dal notiziario di martedì del canale 10 israeliano, senza identificare la fonte.
La “task force” ha piuttosto lo scopo – stando al funzionario – di esercitare pressioni sul governo iraniano dall’interno per costringere le autorità di Teheran a “cambiare il loro comportamento”.
Secondo il rapporto, la “task force” si è riunita diverse volte negli ultimi mesi ed è legata alle recenti attività di funzionari israeliani e americani sui ‘social media’ – compresi quelli del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del Segretario di Stato USA Mike Pompeo – di fomentare le rivolte e proteste in Iran.
Sempre stando al canale televisivo israeliano il responsabile della sicurezza nazionale americana John Bolton e il suo omologo israeliano Meir Ben-Shabbat hanno recentemente discusso a Washington sulla questione di “aumentare la temperatura” a Teheran.
Il premier israeliano ha recentemente pubblicato quattro diversi video su YouTube, Facebook e Twitter – tradotti in persiano – in cui si rivolge al popolo iraniano e li incoraggia a protestare contro il governo.
Stando inoltre al notiziario della tv israeliana “Hadashot”, il Ministero degli Esteri del regime occupante sionista ha inviato un documento alle missioni diplomatiche israeliane in diversi paesi che dettagliano un piano anti-Iran in linea con la decisione del presidente americano Donald Trump del maggio scorso di ritirare Washington dall’accordo iraniano del 2015 e re-imporre sanzioni relative al nucleare contro la Repubblica Islamica.
“L’uscita del presidente Trump dall’accordo nucleare e la politica americana per creare pressione sull’Iran sono in linea con politica di Israele. Pertanto dobbiamo aumentare la pressione, comprendendo che è un momento opportuno perché l’Iran si trova in un periodo delicato a livello diplomatico ed economico. Gli aiuti israeliani potrebbero anche portare a un cambiamento nella posizione dell’Iran sul suo programma nucleare” si legge nel documento.
Il piano anti-iraniano di Israele includerebbe l’invio di squadre diplomatiche in tutto il mondo, in particolare negli Stati europei, che siano attive contro la Repubblica Islamica presso istituzioni internazionali come l’ONU, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, e che tengano eventi pubblici a Bruxelles, dove ha sede l’Unione Europea.
Martedì scorso, poi, il tenente generale Gadi Eisenkot, capo dello staff militare israeliano, ha nominato il maggiore generale Nitzan Alon quale primo “direttore del progetto per le questioni iraniane”.
Alon si occuperà del programma nucleare iraniano, coordinando la raccolta di informazioni con altri paesi e contrastando la presenza dell’Iran in Siria.
Alon ha anche il compito di coordinare gli istituti di sicurezza israeliani e americani.
In precedenza, il capo del Mossad Meir Dagan era responsabile del “file Iran”, ma era limitato alle sfere dell’intelligence.