Soleimani e Mesbah Yazdi: difensori del Santuario della Rivoluzione
Hamid Rasai*
Sono trascorsi due anni da quando il mese di Dey [1] è diventato per noi un mese di dolore e separazione. Sono passati due anni da quella tortuosa mezzanotte in cui hanno assassinato il nostro Generale. Due anni fa il Principe dei Difensori dei Santuari [2] e Generale guardiano delle frontiere della sicurezza dell’Iran Islamico si è separato da noi. Lo scorso anno ci preparavamo a vestirci di nero nell’anniversario del martirio del Principe dei Martiri della Resistenza, la cui separazione veniva rinnovata però da una nuova ondata di calore: se ne è andava anche la Lampada (Mesbah) della Rivoluzione. Il Guardiano delle frontiere della dottrina e del puro pensiero della Rivoluzione Islamica e difensore del santuario della Wilayat moriva nell’anniversario del martirio del Generale.
Un altro giorno si aggiungeva alle indimenticabili giornate del mese di Dey. E’ un mese strano, quello di Dey: dal 30 dicembre 2009 [3] alla mezzanotte del 3 gennaio 2020, dal 7 e 8 gennaio 2020 con il funerale storico del Generale a Teheran e Kerman al 1 gennaio 2021 con la morte del pilastro sapienziale dell’ordinamento islamico.
Nel giro di un anno la Repubblica Islamica dell’Iran ha perso due grandi uomini. Due giganti che possedevano notevoli somiglianze rispetto alla Rivoluzione, alla Repubblica Islamica, alla Wilayat al-Faqih [4], al popolo e al nemico.
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Due guardie di frontiera
Essere guardiani delle frontiere era la caratteristica comune più evidente di questi due grandi uomini. Il Generale Martire è stato il più importante guardiano dei confini della sicurezza del popolo dell’Iran e della difesa del “santuario” della Repubblica Islamica negli ultimi due-tre decenni. Anche Allamah Mesbah era conosciuto come il più importante guardiano dei confini della dottrina e del puro pensiero islamico e della difesa del popolo contro l’ondata di insinuazioni e attacchi ideologici dei nemici dell’Islam e della Rivoluzione negli ultimi due-tre decenni.
Se il caro martire benedetto Hajj Qassem considerava la Repubblica Islamica come un santuario, ed egli stesso era il comandante dei difensori di questo mausoleo dell’Ahl al-Bayt nell’epoca presente, Allamah Mesbah era il difensore di questo santuario nel campo della dottrina e del pensiero. Proprio come il Principe dei Martiri della Resistenza ha difeso il santuario dell’Ahl al-Bayt dagli attacchi selvaggi dell’ISIS, così Allamah Mesbah ha difeso il santuario dell’Ahl al-Bayt dall’eclettismo e dalla deviazione.
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Le braccia del Wali
Il martire Soleimani era un braccio forte e potente della Guida Suprema della Rivoluzione e del Wali Faqih nel portare avanti gli obiettivi della Rivoluzione Islamica nella regione e nel mondo. Il suo jihad operativo sul campo di battaglia è stato seguito dall’espansione della mano del Wali Faqih nel realizzare la sua politica in direzione degli ideali della Rivoluzione nel campo del potere di difesa e della diplomazia regionale. Il jihad esplicativo e sapienziale di Mesbah nel campo del pensiero politico e la sua potente e ponderata difesa della Wilayat al-Faqih hanno portato all’espansione delle idee del Wali Faqih in una parte della Hawzah Ilmiyah e tra molti giovani rivoluzionari del Seminario e delle Università.
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Sincerità, abnegazione e umiltà
Il sacrificio e l’abnegazione nella lotta contro il nemico rappresentano un’altra caratteristica comune di questi due grandi uomini. Il Generale Martire per quaranta anni ha messo a rischio la sua vita, raggiungendo infine il martirio, su questo sentiero. Il defunto Ayatullah Mesbah, almeno negli ultimi tre decenni, dopo anni di lotta contro il regime Pahlavi e numerose minacce di morte, ha sacrificato la sua reputazione, si è schierato in difesa della Rivoluzione e ha affrontato una quantità senza precedenti di calunnie, insulti e attacchi personali.
Sincerità e umiltà sono le due caratteristiche salienti della personalità di entrambi questi grandi uomini. La sincerità di Hajj Qassem può essere dedotta dai suoi funerali, con la partecipazione di decine di milioni di persone, e da tutto l’entusiasmo e l’amore mostrato della gente nei suoi confronti, manifestatisi in modo stupefacente durante questi due anni. La Guida Suprema della Rivoluzione, nella casa del martire, ha detto che il popolo conosceva il valore di Hajj Qassem e ciò era dovuto alla sua sincerità. Il fatto che i cuori siano stati così recettivi è indicativo della grande sincerità che contraddistingueva quell’uomo. I cuori sono nelle mani di Dio e, in assenza di sincerità, non verranno attratti.
Dio benedica il defunto Allamah Mesbah Yazdi. Un suo studente racconta che nei giorni in cui i liberali lo avevano insultato con quella vignetta ingiuriosa [5], in un incontro tra lui e un gruppo di studenti zelanti e adirati per l’insulto, furono in molti a difenderlo con entusiasmo. Parlarono della necessità di opporsi a quanti offendevano gli ulamà e i sapienti religiosi, mentre ribolliva il loro orgoglio religioso. Il nobile Allamah ascoltò con calma le loro parole fin quando giunse il momento di ascoltare le sue. In simile atmosfera si aspettavano tutti che, confermando le loro parole e ringraziando lo zelo dei seminaristi, aggiungesse ulteriore fervore. Ma il contenuto delle sue prime parole fu: “Stiamo attenti che anche la nostra ira sia per amore di Dio. Se la religione dell’Islam, i puri Imam o i valori dell’Islam venissero insultati, saremmo arrabbiati tanto quanto per gli insulti proferiti contro gli ulamà o un sapiente in particolare? Forse questa nostra rabbia di oggi è dovuta a un insulto all’Islam o agli ulamà? Se non fossimo seminaristi e ulamà, saremmo altrettanto zelanti?“
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Adempiere al proprio dovere
La caratteristica più importante della personalità del Maestro Mesbah era quella di adempiere al proprio dovere, e nel farlo era un chiaro esempio nella nostra epoca del “non temere il biasimo di nessuno” (Sacro Corano, 5: 63). Se il suo dovere era quello di viaggiare di città in città e salire sul pulpito non esitava nel farlo, e se il suo compito era quello di tenere lezioni per giovani studenti, avrebbe fatto del suo meglio per rafforzare la forza intellettuale della gioventù. E come non considerare uno che adempie al proprio dovere chi tra montagne, deserti e pianure ha combattuto in prima linea nella battaglia contro il nemico? Il testamento del Generale [6] è pieno di suggerimenti e consigli sull’obbedire al Wali Faqih e adempiere al proprio dovere. Fu proprio l’adempimento del proprio dovere ad averlo fatto innamorare del martirio, ad averlo reso gentile con la gente della strada e duro con il nemico.
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Bersagli della distorsione, dell’insulto e della calunnia
Entrambi i nostri grandi uomini sono stati attaccati e calunniati dai nemici della Rivoluzione, e anche dopo aver lasciato questo mondo continuano ad essere sotto attacco da parte dei nemici. Il caro Hajj Qassem, anche oggi che è l’eroe nazionale degli iraniani ed è amato da tutti, non è ancora al riparo dagli insulti, dalle calunnie e dalle distorsioni di nemici interni e ipocriti. I nemici interni lo definiscono una pedina della politica americana in Siria e lo presentano come un sostenitore dell’accordo nucleare, mentre i nemici stranieri lo chiamano terrorista e assassino di bambini!
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La paura di Instagram dell’ombra di Hajj Qassem
Stranamente, hanno ancora paura della sua ombra. Dal momento del suo martirio ad oggi, i social network stranieri, in particolare Instagram, non permettono che la sua foto e il suo nome vengano pubblicati in un post. Decine di migliaia di pagine Instagram sono state bloccate solo per averlo menzionato, mentre su questa stessa applicazione i nemici della Rivoluzione lo hanno ripetutamente preso di mira con ogni tipo di calunnia e distorsione, senza suscitare alcuna reazione da parte dei suoi responsabili.
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Una montagna di umiltà
Quanto al defunto Mesbah, era una montagna di umiltà e modestia e un mare calmo di conoscenza, pazienza e discernimento, che diventava però tempestoso di fronte al fuoco dell’ipocrisia, della distorsione e della deviazione. La sua umiltà personale, lo zelo per la religione, la franchezza nel difendere l’Islam, la prontezza a sacrificare la propria reputazione per la Wilayat da una parte, e la pesante propaganda dei media “intellettuali” nel distruggere, calunniare, attaccare e infangare il defunto Allamah Mesbah dall’altra, hanno fatto sì che le diverse dimensioni mistiche, spirituali, scientifiche, giurisprudenziali, personali ed etiche di questo sapiente e filosofo combattente siano rimaste poco conosciute durante la sua vita benedetta.
Un sapiente che era – secondo la testimonianza delle persone a lui vicine – il confidente dei segreti del grande gnostico e giurista contemporaneo, l’Ayatullah Behjat [7], e un filosofo di cui perfino i nemici più ostili non potevano che confermare apertamente la potenza sapienziale. Forse il raro messaggio della Guida Suprema della Rivoluzione in occasione della sua morte [8] è la migliore prova della grandezza delle varie dimensioni della sua personalità.
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La grande opera del Generale nel dimostrare l’efficacia della resistenza
L’esperienza ultraquarantennale della Rivoluzione Islamica ha mostrato nella pratica che ovunque sono prevalse la dottrina della resistenza e la resistenza attiva, i risultati sono stati efficienza, progresso e risoluzione dei problemi. Un chiaro esempio dell’efficacia della dottrina della resistenza è il successo senza precedenti del Fronte della Resistenza nella regione dell’Asia occidentale contro l’intero mondo occidentale e i sionisti. Successi dovuti indubbiamente agli sforzi sinceri di Hajj Qassem e dei suoi alleati, dall’affermazione della Repubblica Islamica nella regione sotto il comando del Principe dei Martiri della Resistenza alle vittorie del Fronte della Resistenza Palestinese nella guerra contro i sionisti.
L’efficienza della resistenza è una realtà confermata grazie ad Hajj Qassem, e uno degli aspetti importanti della Scuola Soleimani, che dovrebbe essere applicato in tutta la nostra amministrazione, è il concetto progressivo ed efficiente di resistenza. Per dirla più precisamente, il martire Soleimani incarna la realtà oggettiva della dottrina della resistenza. Egli stesso ne è la narrazione più onesta ed eloquente, e lodare lui significa lodare la resistenza.
Coloro che hanno aperto la strada ai negoziati e al compromesso contro la dottrina della resistenza si trovano dalla parte opposta di Soleimani e ne sfidano l’identità. Se Soleimani è la fonte della nostra autorità e prestigio, lo è anche la Resistenza.
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Soleimani come Scuola rivoluzionaria
Non è strano che un sapiente eminente e saggio come Allamah Mesbah, con le sue caratteristiche mistiche, spirituali e sapienziali e il suo tipo di partecipazione politica, possieda una scuola pratica e una corrente di pensiero. Il punto importante riguarda invece il carattere del martire Soleimani, che è cresciuto e si è ampliato a tal punto che la Guida Suprema della Rivoluzione ha introdotto l’identità del Generale Soleimani come una Scuola, una linea e un movimento.
La Scuola Soleimani, cioè Soleimani stesso, non è solo una persona, ma una sentiero, una linea e un pensiero. Una scuola dove si possono insegnare politica, mistica, stile di vita, etica, amministrazione, jihad, ecc. Il martire Soleimani era un saggio, era un mistico, era un politico rivoluzionario, era uno stratega militare, era un direttore e molte altre cose che, nel loro insieme, compongono la scuola Soleimani. Poche persone e persino pochi martiri racchiudono tali qualità.
Era un mistico nel vero senso della parola. L’arte distintiva e lodevole del martire Soleimani è stata quella di portare la mistica sociale della Sacra Difesa nella società e nel governo, e di non permettere che quel carattere e quella dottrina fossero confinati nei ricordi e nel passato, così che il presente ne venisse privato. In altre parole, ha proseguito su quel sentiero e quella condotta spirituale, vivendo con quella medesima logica e base mistica la sua vita sociale e politica.
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NOTE
1) Il mese di Dey è decimo mese del calendario persiano ed inizia il 21 dicembre e termina il 20 gennaio.
2) Con il termine Modafean-e Haram (Difensori dei luoghi santi o santuari) ci si riferisce ai volontari – provenienti principalmente dall’Iran, dall’Afghanistan, dal Libano, dall’Iraq e dal Pakistan – che in difesa dell’Islam, dei luoghi sacri e degli oppressi si sono recati in Siria e Iraq per combattere contro i miliziani takfiri sostenuti principalmente da Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita.
3) Corrispondente al 9 Dey, giorno in cui, con gigantesche manifestazioni che si tennero in tutto l’Iran, decine di milioni di persone espressero la loro fedeltà all’Islam, alla Rivoluzione e alla Repubblica Islamica, mettendo così fine a mesi di sedizioni e proteste che l’Occidente, con la complicità di traditori ed elementi liberali interni, orchestrò contro la Repubblica Islamica all’indomani delle elezioni presidenziali.
4) Sulla Wilayat al-Faqih consigliamo la lettura dei seguenti articoli: “La Wilayat al-Faqih”: http://islamshia.org/la-wilayat-al-faqih/; “Che cosa è la Wilayat al-Faqih”: http://islamshia.org/il-pensiero-politico-sciita-seconda-parte-shaykh-a-vaezi/; “Perché la Wilayat al-Faqih”: http://islamshia.org/il-pensiero-politico-sciita-perche-la-wilayat-al-faqih-terza-parte-a-vaezi/http://islamshia.org/il-pensiero-politico-sciita-perche-la-wilayat-al-faqih-terza-parte-a-vaezi/
5) Nel febbraio del 2000 il quotidiano secolarista e liberale iraniano “Azad” pubblicò una vignetta altamente offensiva dell’Ayatullah Mesbah. Quella pubblicazione oltraggiosa portò a tre giorni di proteste consecutive in tutto l’Iran da parte di milioni di persone.
6) Cfr. Testamento politico-spirituale del Generale Martire Soleimani: https://islamshia.org/testamento-politico-spirituale-del-martire-soleimani/
7) Sull’Ayatullah Bahjat, cfr. “Un foglio dal quaderno del Sole. Qualche parola sull’Ayatullah Bahjat”: https://islamshia.org/qualche-parola-sulla-vita-dellayatullah-bahjat/; cfr. anche l’intervista rilasciata dal Segretario Generale di Hezbollah, Sayyid Hassan Nasrallah, su questo sapiente: https://islamshia.org/2277-2/
8) Cfr. il messaggio dell’Imam Khamenei per la scomparsa dell’Ayatullah Mesbah: https://islamshia.org/il-messaggio-dellimam-khamenei-per-la-morte-dellayatullah-mesbah/
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*Editoriale apparso il 31 dicembre 2021 sul settimanale “9 Dey” a firma del direttore Hujjatulislam Hamid Rasai
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