L’importanza dell’Ijtihad e del Taqlid
S.M.Rizvi
“Se dopo l’occultazione del vostro Qa’im non dovesse rimanere una persona tra i sapienti che inviti verso di lui (l’ Imam); guidi gli altri a lui; difenda la sua religione con le prove di Allah; salvi i servi di Allah oppressi dalle trappole di Iblis (Satana) e delle sue orde, e dai tranelli dei nemici (dell’ Ahlul Bayt), allora non rimarrebbe una singola persona (sulla Terra) che continuerebbe realmente a seguire la religione di Allah. Tuttavia, questi sapienti s’incaricano di essere i protettori dei cuori dei nostri seguaci oppressi, proprio come il capitano di un’imbarcazione prende il controllo delle vite e la salvezza di coloro che sono sulla sua nave. Pertanto, questi (sapienti – gli Ulama) sono le persone migliori al cospetto di Allah, il Nobile ed il Grande” (Biharul Anwar, vol. 2, pag. 6, sec. 8, trad. 12)
Durante la vita del Profeta Muhammad (la pace sia su di lui e la sua famiglia), egli fu la sola autorità in tutte le questioni religiose e politiche, e le questioni religiose e quelle attinenti la comunità venivano poste a lui o a chi egli aveva dato autorità (secondo gli ordini di Allah) sui credenti. Con la sua scomparsa, la catena dei successori – i 12 Imam – cominciò. La prima delle guide esplicitamente incaricate fu ‘Ali ibn Abi Talib (pace sia su di lui) ed il successore finale è il dodicesimo Imam, al-Hujjat ibnil Hasan al-Askari (possa Allah affrettare il suo avvento).
La guida del dodicesimo Imam era ben diversa da quella del precedente undicesimo Imam poiché secondo la saggezza di Allah, egli ebbe due forme di occultazione. La sua occultazione minore durò per poco più di 60 anni durante i quali furono incaricati quattro rappresentanti specifici. Essi erano responsabili nel trasmettere le domande sulle questioni quotidiane presentate dai fedeli all’Imam, raccogliendo i vari fondi Islamici (Khums, Zakat, etc..) e distribuendoli come l’Imam credeva più opportuno, ed altre mansioni.
Dopo la morte del quarto rappresentante nell’anno 328 AH, le porte della rappresentazione specifica furono chiuse. Tuttavia, la guida non si esaurì ed in accordo alle direttive emesse dal dodicesimo Imam, i credenti devono seguire i sapienti (Fuqaha) che: “…sorvegliano la loro anima, proteggono la loro religione, e seguono i comandamenti del loro Signore (Allah)…” Così, la ’rappresentazione generale’ è stata posta sulle spalle delle fonti dell’ emulazione (Mara’ja Taqlid).
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Cosa è il Taqlid?
Taqlid viene dalla radice Araba ‘qal-la-da/yuqal-li-du/taqlid’ che significa ‘imitare’ o ’seguire’. Non significa “seguire ciecamente”, come qualcuno l’ha interpretato – piuttosto, nella struttura del sistema legale Islamico, significa che finché una persona non ha gli strumenti per dedurre le leggi dell’Islam dalle loro fonti, egli deve fare riferimento ed applicare i giudizi che rilascia il sapiente che ha questa abilità.
Non siamo obbligati ad eseguire il Taqlid ma, come fanno notare i sapienti, la nostra prima opzione è di divenire un Mujtahid – colui che ha raggiunto il livello di Ijtihad – la capacità di dedurre indipendentemente le leggi dell’Islam dalle loro fonti, e questo sarebbe obbligatorio per tutti i credenti; tuttavia se anche una persona realizza questo compito, allora gli altri sono assolti da questo dovere.
Dato che il raggiungimento di tale livello non è possibile per tutti – perché se ognuno dedicasse la propria vita esclusivamente agli ‘studi Islamici’ non ci sarebbero scienziati, dottori, ingegneri, artisti, progettisti, e così via… la seconda opzione che ci è data è di eseguire è l’Ihtiyat, la precauzione, nella legge Islamica. Se si decide di seguire questo metodo, allora su una particolare questione, bisogna analizzare le norme islamiche che tutti i Mara’ja contemporanei hanno rilasciato e scegliere la posizione “più precauzionale”.
Va notato che il Taqlid pertiene solo al regno della Shari’ah; non può esserci Taqlid in materie di fede (Usulu‘d-din). Un Musulmano deve mantenere la sua fede nei fondamenti della sua religione dopo aver ricevuto la convinzione della loro verità tramite l’esame e la riflessione. Infatti il Corano molto chiaramente condanna quelli che seguono gli altri ciecamente in questioni di fede.
Tuttavia, affinché gli atti di adorazione di qualcuno vengano eseguiti correttamente ed accettati, devono essere fatti all’ombra di una delle tre opzioni presentate sopra – l’incapacità di raggiungere il livello di Mujtahid, non praticare l’Ihityaat, e non compiere il Taqlid di un Marja’ riconosciuto può rendere tutte le azioni di una persona (quali le preghiere ed il digiuno) nulle e senza valore.
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Prova logica per il Taqlid
Proprio come in qualsiasi ambito della nostra vita, ci riferiamo agli esperti per risolvere i nostri problemi in quanto non possiamo essere un’autorità in ogni aspetto ed in ambiti quali l’ ingegneria, la medicina, l’optometria, la riparazione dell’auto, ecc…noi sottoponiamo sempre i nostri problemi a coloro che hanno studiato e si sono specializzati in un particolare settore della vita. Le interpretazioni religiose e le sentenze non sono diverse e quindi la logica impone che se non siamo al livello di comprensione della Shari’ah, dobbiamo chiedere a coloro che hanno raggiunto tale grado.
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Prova scritturale per il Taqlid
Il Corano si riferisce al ‘seguire gli altri’ (nei termini di guida religiosa) in diversi passi. Nel capitolo 9 del Corano, nel versetto 122 leggiamo: “I credenti non vadano in missione (nei campi di battaglia a combattere) tutti insieme. Perché mai un gruppo per ogni tribù non va ad istruirsi nella religione, per informarne il loro popolo quando saranno rientrati, affinché stiano in guardia [così che essi possano conoscere le ingiunzioni della fede]?”
Questo versetto dimostra che un gruppo di persone deve istruirsi per acquisire una profonda comprensione della religione ed al ritorno dagli studi, ed al ritorno degli altri a casa dal campo di battaglia, essi devono insegnare ed istruire i credenti riguardo alle loro responsabilità religiose.
Le narrazioni del Profeta Muhammad e dei suoi dodici successori sottolineano anche il fatto che devono essere gli esperti a guidare i credenti alla loro responsabilità verso il Creatore, proprio come l’ultimo Imam dell’Ahlul Bayt ha affermato: “Così, riguardo ai Fuqaha che proteggono il loro spirito, che salvaguardano la loro religione, che vanno contro i desideri e passioni dei loro bassi istinti e che sono obbedienti al comando del loro Signore, è permesso alla gente comune di seguirli nelle questioni religiose (fare Taqlid con loro) e questo stato (spirituale) si trova solo in alcuni sapienti Sciiti – non in tutti.“ (Wasail ash-Shia, Vol. 27, Pagina 131, Hadith 33401)
Possiamo trovare numerosi esempi durante la vita del Profeta Muhammad e dei suoi successori infallibili di come essi orientarono i loro compagni a guidare i seguaci in luoghi distanti ed insegnarono loro la metodologia di come dedurre le regole islamiche per le “nuove questioni” che si sarebbero presentate.
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Le condizioni necessarie per qualificarsi come Mujtahid
Dai testi religiosi si evince che diventare un esperto in giurisprudenza islamica (fiqh) e nelle altre scienze islamiche non è sufficiente di per sé per qualificarsi come un Mujtahid che tutti possono seguire. In aggiunta all’elevato livello che si deve aver raggiunto negli studi islamici, la legge Islamica stabilisce che un Mujtahid dovrebbe essere un uomo libero – di nascita legittima e che ha superato l’età della pubertà, sano, uno Sciita Ithna-Ashari ed uno che sia ‘adil – un tratto che può essere tradotto come ‘giusto’ ma include qualità etiche e giuridiche, come la pietà e l’astensione da tutto ciò che la Shari’ah proibisce e l’adempimento a tutti i suoi obblighi.
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Come riconoscere chi è un Mujtahid che possiamo seguire
Come fa un semplice credente a scoprire chi è il Mujtahid che lui o lei deve seguire? Ci sono tre modi riconosciuti: 1) Conoscenza personale, se lui/lei è uno studioso di religione; 2) La testimonianza di due giusti (adil), che abbiano conoscenza dei Mujtahidin; 3) Un grado di popolarità che non lasci dubbi che una persona sia un Mujtahid.
Inoltre, i sapienti dei giorni nostri sostengono che sia più desiderabile seguire un Mujtahid che sia al-A’laam. In senso generale ciò significa ‘il più sapiente’, ma in questo specifico contesto significa il giurista che ha la più grande competenza nel dedurre i decreti della Shari’ah dalle fonti. Il più dotto può essere riconosciuto in uno dei tre modi in cui può individuare un Mujtahid, tuttavia talvolta è difficile per gli studiosi sciiti distinguere chi fra tutti i giuristi sia il più sapiente. Come conseguenza, più di un Mujtahid può essere seguito nel Taqlid nello stesso momento (anche se, ovviamente, non dalla stessa persona), come avviene attualmente, in cui ci sono più di quindici Maraja Taqlid che i credenti possono scegliere di seguire.
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