Oggi martedì 12 settembre, parlando prima della sua lezione di Dars al-Kharij (livello avanzato di giurisprudenza islamica), la Guida della Rivoluzione Islamica Imam Khamenei è intervenuto sui crimini commessi dal regime di Myanmar contro la locale popolazione musulmana:
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“Non so come un essere umano possa giustificare la tragica situazione a Myanmar. Si tratta di una situazione rara. Di fronte ai governi islamici e agli occhi di un miliardo e mezzo di musulmani, di fronte alla comunità internazionale che sostiene di difendere i diritti umani e di fronte ai governi ipocriti e bugiardi che si fanno portabandiera di tali diritti, un governo crudele con a capo una donna vincitrice del Premio Nobel per la Pace – una donna crudele – uccide una popolazione indifesa, brucia le persone, incendia e distrugge le loro case e li scaccia. Ci troviamo di fronte a un evento veramente straordinario, ma non vediamo nessuna reazione reale. Si, quanto avviene viene condannato, ma a cosa servono le condanne? Vengono emessi dei comunicati, ma che effetto hanno? Bisogna agire.
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Innanzitutto, invece di presentare correttamente i fatti, mostrano la situazione come se fosse un problema tra buddisti e musulmani. E’ possibile che alcuni estremisti religiosi abbiano una qualche influenza in questa situazione, ma è un governo ad agire in questo modo. Si tratta perciò di una questione politica. A capo di questo governo c’è una donna che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace! Dobbiamo suonare le campane a morto al Premio Nobel con questa scelta! Il Premio Nobel per la Pace conferito a una persona così crudele! Una donna può essere così crudele? Si rimane stupefatti per la situazione dell’essere umano nel mondo di oggi.
La soluzione è che entrino in azione i governi musulmani. Non diciamo di recarsi lì con degli eserciti, ma possono esercitare delle pressioni politiche ed economiche. Esistono decine di paesi e governi islamici, e probabilmente alcuni di loro hanno rapporti economici e commerciali con tale governo. Devono fare pressioni, metterlo in guardia, insistere. Devono protestare ad alta voce contro questo governo nelle istituzioni internazionali. Questo è ciò deve essere fatto, non rimanere seduti in un angolo e limitarsi a condannare. Il Segretario Generale dell’ONU ha condannato quanto avviene. Che capolavoro! A cosa serve questa condanna? Ci vuole un effetto concreto. Quando conviene alla loro agenda politica, per un condannato che subisce un po’ di pressione in una determinata nazione, mettono sottosopra il mondo, urlano, protestano, tutto questo perché un criminale in un certo paese è stato punito.
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Ma in questo caso dove sono state uccise diverse migliaia di persone – il numero reale è sconosciuto perché non permettono di avere una cifra precisa – e decine di migliaia di persone sono state rese profughe, purtroppo non si vede nessuna reazione. Si tratta di una tragedia molto grande. E’ vero, la gente è molto arrabbiata, nel mondo islamico ci sono state tante manifestazioni di protesta, ma sono i governi che devono agire. Bisogna chiedere ai governi di agire. La Conferenza Islamica deve convocare una riunione urgente per questo caso, riunirsi, parlarne e vedere come è possibile risolverlo.
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Il mondo di oggi è un mondo di oppressione. La Repubblica Islamica deve preservare il fatto di essere orgogliosa di sollevarsi e opporsi in modo chiaro e deciso a ogni tipo di oppressione. Sia che l’oppressione riguardi la zona occupata dai sionisti, sia che riguardi lo Yemen dove la popolazione viene bombardata, sia che riguardi il Bahrein e Myanmar. La Repubblica Islamica deve assumere una posizione forte e chiara su queste situazioni.”