I mali dell’anima: Riya (ostentazione)
“Quando si levano per l’orazione, lo fanno con pigrizia e ostentazione nei confronti della gente, a malapena si ricordano di Dio” (Sacro Corano, Sura an-Nisa’, 4: 142)
L’Imam as‑Sadiq (a) disse: “Riya’, in una qualsiasi delle sue forme, equivale allo shirk (politeismo); in verità, per colui che lavora per la gente, la sua ricompensa è presso loro, e per colui che opera per Dio, la ricompensa è presso Dio”. [Al-Kulayni, al-Kafi, vol. 2, p. 402]
L’Imam as‑Sadiq (a) disse che Amir al-Mu’minin l’Imam ‘Ali ibn Abi Talib (a) disse: “Ci sono tre caratteristiche distintive di colui che è avvezzo al riya’: egli esprime gioia ed allegria quando viene salutato dalla gente; diviene triste e cupo quando è solo; e desidera essere lodato per ogni cosa che fa.” [Al-Kulayni, al-Kafi, vol. 2, p. 295]
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Cos’è il riya’?
Riya’ significa fare in modo di apparire falsamente virtuoso, di buona natura o un vero credente di fronte alla gente, allo scopo di ottenere il loro rispetto e la loro ammirazione, o per guadagnare una buona reputazione tra loro. Essa differisce dall’ipocrisia (nifaq) perché un ipocrita finge integrità, rettitudine, virtù, onestà e pietà senza la sincera intenzione di acquisire queste caratteristiche per amore di Dio, mentre una persona con riya acquisisce questi tratti positivi per amore del compiacimento di Dio; tuttavia, in seguito, egli mette in atto delle buone azioni per il desiderio di ottenere il rispetto e una buona reputazione tra le persone.
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Gli stadi del riya’
– Il primo stadio: una persona fa mostra delle proprie credenze religiose, e sfoggia la sua conoscenza degli insegnamenti religiosi allo scopo di mostrarsi come una persona onesta agli occhi della gente, per ottenere la loro fiducia e il loro rispetto. Ad esempio egli cerca di fare sfoggio del proprio abbandono fiducioso (tawakkul) in Dio e nella Sua Potenza, affermando di non credere in altro eccetto Lui. Quando si discute dell’abbandono fiducioso in Dio o della sottomissione alla Sua Volontà, egli annuisce con la testa e sospira, e in questo modo inganna la gente, dando l’impressione di essere un vero credente. Questo stadio del riya’ si vede anche in una persona che sradica le false credenze dal proprio cuore e, attraverso una tale purificazione, vuole ottenere potere e rispetto tra la gente facendo uno sfoggio manifesto o velato della propria purezza. Ad esempio, quando si nomina l’ipocrisia (nifaq), le sue espressioni o i suoi gesti saranno quelli di una persona che si è purificata da esso.
– Il secondo stadio: la persona dimostra la sua pietà e le azioni virtuose e, in seguito, si comporta in modo tale da apparire libero da tutti i vizi. L’obiettivo di tali comportamenti è guadagnarsi la fiducia degli altri. Ad esempio una persona può fare la carità o asserire di avere una grande spiritualità per ottenere rispetto e lode.
– Il terzo stadio: è quando una persona esegue consapevolmente le forme prescritte degli atti di adorazione e delle buone azioni di fronte alle altre persone, con l’intenzione di presentarsi come una persona che aderisce strettamente ai comandi religiosi o si astiene dalle azioni malvagie. Egli, di conseguenza, desidera conquistare i cuori della gente ed attrarre la loro attenzione su se stesso in nome della religione. Ad esempio, una persona può osservare strettamente in tempo le Preghiere rituali giornaliere o compiere le Preghiere notturne per essere considerato come virtuoso e timorato di Dio dalla cerchia dei suoi amici o d’altra gente.
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Gli effetti devastanti del riya’
– Una persona che soffre di riya’ non riesce a rendersi conto che, anche se guadagna la fama terrena tra la gente, tra gli studiosi o in una élite, cadrà in disgrazia agli occhi del Re dei re, Dio l’Altissimo, e le sue azioni lo condurranno al Sijjin (il livello più basso dell’Inferno).
– Il Riya’ è spesso accompagnato da altri gravi vizi morali. Uno di questi vizi è la sum`ah, che significa raccontare le proprie buone qualità alla gente allo scopo di attrarla e farsi pubblicità. Una persona affetta da riya’ di solito ama umiliare gli altri, e ferire i sentimenti dei fratelli e delle sorelle nella fede; è spesso rude nei confronti delle persone realmente pie e si comporta con esse in modo orgoglioso per dimostrarsi più virtuosa di esse.
– Se il riya’ si radica per molto tempo nel cuore di una persona, conduce quest’ultima a divenire ipocrita. Ognuno dei vizi menzionati in precedenza è sufficiente a far dimorare una persona nell’Inferno.
– In varie tradizioni si afferma che la persona affetta da riya’, come ad esempio chi sfoggia la propria devozione, l’elevato rango religioso, la conoscenza, la predicazione, il condurre le Preghiere, i digiuni ed altre azioni pie perché ama guadagnarsi il rispetto nei cuori della gente invece di cercare davvero la ricompensa di Dio, è un politeista (mushrik). La sua idolatria (shirk) è confermata dal Sacro Corano e dalle tradizioni narrate dalla Santa Famiglia del Profeta (S), e perciò questo peccato è imperdonabile.
– All’Imam as-Sadiq (a) fu chiesta la spiegazione delle parole dell’Onnipotente: «Chi spera di incontrare il suo Signore compia il bene e nell’adorazione non associ alcuno al suo Signore» (18:110). L’Imam as‑Sadiq (a) rispose: «Le azioni di una persona che mette in atto delle buone opere non per essere benedetta dalla visione di Dio, ma piuttosto con l’obiettivo di essere considerata pia dalla gente, ed in modo che la gente venga a conoscenza delle sue azioni {ciò causerà a quella persona di essere} annoverata tra i politeisti che hanno attribuito degli associati a Dio». L’Imam (a) continuò: «Non c’è nessuno al mondo che abbia nascosto le proprie opere buone e, dopo un periodo di tempo, Dio non le abbia rivelate. E non c’è nessuno al mondo che abbia nascosto per sempre le proprie azioni malvagie, perché esse saranno rivelate al mondo prima che egli lo lasci». [Al-Kulayni, al-Kafi, vol. 2, p. 453].
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Le condizioni del credente e degli awliya’ variano
Coloro che acquisiscono virtù e smettono di peccare sono annoverati insieme ai santi e agli intimi di Dio (awliya’ Allah). Per gli altri individui, la natura dei loro peccati e delle loro virtù è determinata dalla condizione spirituale alla quale essi appartengono. Qualità che sono considerate virtù per persone di una condizione inferiore possono essere percepite come peccati per quelli di condizione più elevata. La sincerità (ikhlas) è il più elevato livello di libertà dal riya’, ed è una qualità distintiva degli amici, degli intimi, di Dio. Generalmente la gente comune ha una naturale tendenza a rendere note agli altri le proprie virtù; mentre fare ciò non urta la loro fede (iman) o la loro sincerità (ikhlas), la stessa caratteristica è considerata una debolezza nel caso di un amico di Dio. E, per questa sua stretta prossimità alla Divina Essenza, essa può essere considerata nifaq (ipocrisia) o shirk (politeismo).
L’Imam al‑Baqir (a) fu interrogato a proposito di una persona che divenne felice quando gli altri osservarono le buone opere che egli aveva attuato. L’Imam (a) replicò: “Non c’è del male in esso; non c’è nessuno a cui non piaccia che le proprie buone azioni divengano note alla gente, ma egli non dovrebbe compierle {unicamente} per attirare la loro ammirazione”. [Al-Kulayni, al-Kafi, vol. 2, p. 297]
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Consigli per combattere il riya’
– Chi soffre di questo grave male solitamente non è consapevole che esso ha penetrato la sua personalità e, perciò, ha reso le sue azioni prive di valore. Le lusinghe del Diavolo e della nafs (l’anima concupiscente) sono così subdole, ed il sentiero dell’umanità è così sottile, che, a meno che non sia molto vigile su se stesso, non può comprendere il male che è dentro di lui. Egli immagina che le sue azioni abbiano lo scopo di compiacere Dio, ma, in realtà, servono i suoi stessi interessi.
– Sii il medico di te stesso, ed esaminati regolarmente per comprendere i veri scopi delle tue buone opere, parole ed atti di adorazione. Avverti lo stesso fervore nel compiere buone azioni, nel fare le Preghiere o i digiuni quando sei solo o quando questi atti non sono noti a nessuno? Stai davvero facendo il bene solo per guadagnarti il compiacimento di Dio? Avverti il desiderio che i tuoi amici ti lodino per le tue buone azioni, gli sforzi intellettuali, le lunghe Preghiere e la pietà? Come ti senti quando non vieni lodato per una certa buona azione? Paragona ciò che senti quando stai svolgendo un’azione in pubblico e quando le possibilità che essa sia vista dagli altri sono minime. Se, Dio non voglia, la tua brama di compiere un atto di bontà o di adorazione è maggiore quando ti trovi in compagnia dei tuoi amici o in pubblico o quando c’è una maggiore possibilità che esso sia visto o lodato, allora considerati una vittima del riya’.
– Se stai acquisendo conoscenza, il cadere preda del riya’ ti farà desiderare di ottenere una posizione importante agli occhi degli studiosi o degli uomini di fama risolvendo un importante problema o presentando un argomento in un modo unico e facendo di te il centro della loro attenzione per ottener il loro applauso e la lode del pubblico in una assemblea. Chiediti: se un mio amico, o qualcun altro, avesse fatto lo stesso gesto di fronte agli altri, o lo avesse fatto in un modo migliore, mi sarei sentito allo stesso modo? Questa mia azione era soltanto per Dio?
– Fai un passo deciso per liberarti del riya’, perché esso ti sta conducendo all’Inferno. Sradica il desiderio di essere lodato dalle creature per azioni che sono compiute per amore di Dio. Compi tutte le tue azioni come un dovere verso Dio. Combatti la tua inclinazione a sfoggiare la tua virtù ed adorazione in pubblico o dove c’è una possibilità di essere elogiato, fino a quando questa inclinazione non sarà scomparsa completamente dal tuo cuore. Prega frequentemente Dio Onnipotente perché purifichi il tuo cuore dalle macchie del politeismo e dell’ipocrisia e di ripulirlo dalla ruggine dell’amore del mondo, che è la fonte di tutti i vizi.
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Conclusione
– Il Profeta (S) disse: “Chi compie una qualsiasi azione che piace a Dio allo scopo di mettersi in mostra con la gente, e in segreto manifesta delle qualità che non piacciono a Dio, incontrerà la Sua Rabbia ed Ira {nel Giorno del Giudizio}”. [Al-Hurr al-‘Amili, al-Wasa’il, v.1, p. 69]
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Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte