Discorso integrale di Nasrallah nella “piattaforma unificata” per il Giorno di Gerusalemme (2022)

Discorso integrale di Nasrallah nella “piattaforma unificata” per il Giorno di Gerusalemme (2022)

Quella che segue è la traduzione integrale del discorso tenuto dal Segretario Generale di Hezbollah del Libano, Sayyed Hassan Nasrallah, nella piattaforma virtuale per la Giornata mondiale di Gerusalemme (al-Quds) tenutasi il 26 aprile 2022, tre giorni prima dell’ultimo venerdì del santo mese di Ramadan, che nel 1979 l’Imam Khomeyni proclamò appunto quale Giornata mondiale della capitale occupata della Palestina.

Allo stesso simposio hanno partecipato Hadi al-Amiri (Segretario Generale delle brigate Badr dell’Iraq), Shaykh Ekrima Sabri (Gran Muftì di Gerusalemme), Shaykh Mahdi al-Sumaidaie (Gran Muftì dell’Iraq), Abu Ahmad Fuad (Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina), Shaykh Isa Qassim (Ayatullah del Bahrain), Ziad al-Nakhaleh (Segretario Generale del Jihad Islamico palestinese), Ismail Haniyeh (responsabile dell’ufficio politico di Hamas), Abdul Malik al-Houthi (capo del movimento Ansarullah dello Yemen), Talal Naji (Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale FPLP-CG) e l’Arcivescovo Atallah Hanna di Sebastia (del Patriarcato Ortodosso di Gerusalemme).

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Cerco rifugio in Dio da Satana il maledetto. Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso.

La lode appartiene a Dio, Signore dei mondi, e le preghiere e la pace discendano sul nostro Maestro e Profeta, il Sigillo dei Profeti, Abi al-Qassim Muhammad bin Abdullah, sulla sua pura Famiglia, sui suoi prescelti Compagni e su tutti i Profeti e Messaggeri.

Possano la pace, la misericordia e le benedizioni di Dio discendere su tutti voi.

Questo grande evento, l’evento della fede, del jihad e dell’adorazione – la Giornata mondiale di Quds (Gerusalemme) – è ancora una volta alle porte.

Giorno dopo giorno si palesa sempre più la profonda saggezza della scelta dell’Imam Khomeyni nel dichiarare l’ultimo venerdì del benedetto e santo mese di Ramadan come Giornata mondiale di al-Quds, e dell’appello rivolto ai popoli della Ummah e al mondo intero per celebrarlo e considerarlo un giornata centrale per al-Quds, per la Palestina e per il popolo palestinese. Questa grande battaglia storica sta diventando sempre più chiara.

Ciò diventa chiaro giorno dopo giorno nell’osservare come questa causa sia di nuovo in fermento, attirando sempre più sostenitori, pensatori, intellettuali e simpatizzanti, nonché mujahiddin pronti a sacrificarsi per essa. Fin dall’inizio la strategia del nemico – per nemico intendendo coloro che hanno stabilito questa entità, l’Arroganza Globale, il movimento sionista e quanti hanno collaborato con loro dietro le quinte, compresi i governi e i regimi nel mondo arabo – è stata quella di scommettere sul tempo, ritenendo che questa causa sarebbe andata dimenticata con il suo trascorrere, consumata dagli eventi. I popoli della regione, compreso il popolo palestinese, in un modo o nell’altro avrebbero abbandonato questa causa o, perlomeno, non sarebbe rimasta in cima alle loro priorità a causa delle sfide, delle prove e delle difficoltà affrontate.

La loro strategia è sempre stata scommettere sulla disperazione del popolo palestinese, dei nostri popoli e della nostra Ummah, sullo sconforto e sulla frustrazione, e sulla convinzione che non vi fosse alcun orizzonte futuro. Tutto ciò che dovremmo fare è arrenderci e accettare le briciole che vengono presentate ai palestinesi in Palestina, e al resto dei popoli della regione, quando si tratta di questioni ancora in sospeso con l’entità usurpatrice, come ad esempio nel caso del Libano e della Siria.

La scommessa verteva quindi sull’oblio, sulla stanchezza, sulla disperazione, sulla frustrazione e, in definitiva, sulla resa ed accettazione. Quello che sta succedendo è l’esatto contrario. Con la benedizione della fede e del jihad, e con i sacrifici e il discernimento espressi dalle nazioni, dalle forze, dai movimenti e dai popoli dell’Asse della Resistenza, questa fede, presenza, resistenza e sfida, unitamente ai duri sforzi compiuti, hanno prodotto risultati completamente diversi.

Al-Quds è ancora una volta la causa principale e fondamentale, ed è il punto focale dell’intero Asse della Resistenza. Ecco perché quest’anno il titolo o lo slogan è “al-Quds è l’Asse”. Il nostro Asse, l’Asse crescente della Resistenza, dovrebbe anche essere chiamato “l’Asse di al-Quds”, perché al-Quds è il punto centrale che unisce queste nazioni, popoli, movimenti, partiti, fazioni ed élite della Resistenza, sia all’interno dell’Asse che tra i popoli della Ummah.

Al-Quds ritorna nella mente, nella consapevolezza, nei sentimenti, nelle emozioni e nella coscienza. Ma è tornata con forza soprattutto sul campo, in tutti i campi. Per al-Quds vengono costruiti veri eserciti, forze e combattenti potenti. Le loro menti, occhi, cuori e anime sono fissi su al-Quds e ad essa legati. Oggi al-Quds ritorna con una spada a Gaza, difendendola come è avvenuto l’anno scorso durante la battaglia “spade di al-Quds”. Nelle ultime settimane e giorni, durante il mese di Ramadan, siamo stati testimoni di come la battaglia di al-Quds fosse fortemente presente nella coscienza del popolo palestinese e nella mente del nemico, nei suoi calcoli, canali e paure.

Al-Quds ritorna con un Asse che si unisce per creare la sua forte e solida equazione regionale al fine, prima di tutto, di proteggerla, e in secondo luogo di liberarla, a Dio piacendo. Oggi stiamo operando per sviluppare tutti gli elementi forti, solidi e integrati di questa equazione, a Dio piacendo.

Al-Quds e la sua gente in Palestina, all’interno del territorio del 1948 e a Gaza, sono tornati, creando epopee che scuotono questa entità, come è avvenuto pochi giorni fa. Il nobile, oppresso, saldo e paziente popolo palestinese sta dimostrando a questa entità e ai suoi padroni nel mondo che non dimentica, non si smarrisce, né si dispera né arrende. Non lascerà mai la sua terra nonostante le difficoltà, gli ostacoli e i grandi sacrifici, e alla fine saranno gli occupanti e gli usurpatori a doversene andare.

Cari fratelli e sorelle, al-Quds è responsabilità dell’intera Ummah. Hezbollah, in quanto parte di questa Ummah, si considera in prima linea, nella prima linea del fronte, insieme ai nostri cari fratelli e nobili mujahidin dei movimenti della Resistenza palestinesi. Da questa posizione, agiamo e sopportiamo tutte le conseguenze e le pressioni. Attendiamo con impazienza il giorno in cui al-Quds tornerà alla sua gente e alla Ummah.

Sappiamo che la ragione più importante per l’assedio, le sanzioni e le restrizioni – interne, regionali e internazionali – a cui siamo soggetti noi in Libano, al pari delle altre nazioni e movimenti della Resistenza nella nostra regione e di tutti coloro che appartengono a questa linea, Asse e pensiero, è quella di portarci ad abbandonare al-Quds e la Palestina, e ad abbandonare la logica e la cultura della Resistenza. I suoi veri obiettivi sono spingerci tutti ad arrenderci alla volontà americana e israeliana di stabilire l’esistenza permanente dell’entità usurpatrice, e di accettare la normalizzazione in ogni sua forma tra tutte le nazioni della regione e questa entità, oltre ad accettare le briciole che vengono date al popolo palestinese e ai popoli della regione.

Riteniamo che la fermezza di fronte a queste restrizioni, assedi, terrorismo e minacce sia parte essenziale della battaglia della Resistenza e del suo destino e futuro. Proprio come i massacri, gli omicidi e le guerre non ci hanno abbattuto, neanche l’assedio, la pressione, il terrorismo e la distorsione hanno potuto farlo.

Noi e tutte le persone nobili di questa Ummah eseguiremo la preghiera rituale (as-Salat) a Gerusalemme, a Dio piacendo. Questa è la nostra promessa ad al-Quds. Questo è il nostro impegno verso il nostro nobile popolo palestinese. Questo è il nostro impegno verso tutti i nostri cari martiri che sono caduti sulla strada di al-Quds: uomini e donne, giovani e anziani, in Palestina, Libano, Siria, Giordania, Egitto e in tutti i Paesi vicini che hanno subito direttamente l’aggressione israeliana e l’esistenza di questa entità.

Questa è la nostra promessa ai nostri grandi comandanti martiri in Palestina, Libano, Siria, Iraq, Iran e Yemen. In prima linea c’è il martire di al-Quds, il grande e ispiratore comandante Hajj Qassem Soleimani, che ha trascorso la sua nobile vita al servizio di questo obiettivo, di questo percorso e di questo Asse. L’Asse della Resistenza ha assistito a molte delle sue lotte (jihad), sacrifici e vittorie. Era sempre desideroso di assistere alla grande e decisiva vittoria, che a Dio piacendo sta arrivando.

Con la benedizione di questo sangue e in segno di fedeltà nei suoi confronti, continueremo il nostro cammino, non importa quanto grandi siano i sacrifici, le minacce, le difficoltà e i pericoli. E proprio mentre abbiamo superato tutte le dure fasi precedenti, passando da una vittoria a un’altra, con l’aiuto di Dio Onnipotente siamo in prossimità della grande e finale vittoria, che a Dio piacendo vedremo molto presto.

Se Dio vuole avanzeremo insieme, mano nella mano e spalla a spalla, con tutti i gruppi, tutti i movimenti, tutti i popoli e tutte le nazioni della Resistenza. Spezzeremo tutte le restrizioni e sventeremo tutte le cospirazioni. Ogni pugnale che cercherà di colpirci alla schiena e al petto fallirà. La nostra battaglia libererà completamente i luoghi santi, mentre Al-Quds rimane il motto, l’obiettivo e la causa centrale.

La pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi.

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Traduzione a cura di Islamshia.org © È autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

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