Diavoli, Mostri, e Bestie
Ruhollah Arcadi
Nel 1848, all’inizio del suo “Manifesto del Partito Comunista”, Carlo Marx affermava che “Uno spettro s’aggira per l’Europa, lo spettro del comunismo”. Noi, che col marxismo poco o nulla abbiamo a che fare, ci ritroviamo peraltro oggigiorno davanti ad uno spettacolo per certi versi simile, lo spettacolo del diffondersi a macchia d’olio, non solamente in Europa, ma addirittura nel mondo intero, del cancro del “salafismo”, o “takfirismo”.
Anche se la realtà suddetta rimane pur sempre limitata all’indole di uno, o più gruppuscoli, tanto che definirla “setta”, sarebbe già troppo concederle. Il fatto è che la sua presenza è limitata sì, e tutt’altro che qualificata, ma capillare e vociante, se non addirittura sovente esplosiva, tanto da suscitare timori vari, nell’uno e nell’altro ambito, più o meno giustificati. Fatto sta che costoro, da qualche anno a questa parte, dappertutto te li ritrovi sempre davanti.
Barbacce ispide, incolte, sformate, che sono la caricatura di quelle nobili del Nunzio divino, della sua Famiglia benedetta, e dei suoi retti compagni, che ricordano per certi versi, quantunque siano sovente ancora peggiori, quelle di frammassoni e carbonari, o dei sionisti alla Herzl. Apparentamenti questi assai significativi, tutt’altro che solamente apparenti, come vedremo nel seguito di questo nostro scritto.
Espressioni truci le loro, da ossessi, oppure da “fate la faccia feroce”, lineamenti contratti da un odio tenace, unica loro ragione d’esistenza, siccome per certo giudaismo degenerato, un’agitarsi folle, scomposto e fanatico che nulla lascia intravedere d’umano, per non dire di orientamento trascendente, occhi inespressivi, spenti e crudeli, che ricordano quelli di certi rettili carnivori o di certi felini divoratori di uomini, oppure di taluni insetti insulsi e fastidiosi.
Il tutto assommandosi ad un vociare scomposto, associato ad un atteggiarsi anche ridicolo, com’è sempre per i lineamenti delle realtà infere, con un’assenza resasi visibile di ogni qualsivoglia forma d’intelligenza, come di chi sia posseduto da una forza infera ed informe, concitata e distruttiva, quale quella della lava mortifera di un vulcano sterminatore. Ecco, ci siamo, viene voglia di dire, e possiamo e vogliamo farlo: “Vexilla Regis prodeunt Inferni”, “Si avanzano i vessilli del Re dell’Inferno”, avendone costoro tutti i marchi ed il sembiante, e non solamente il sembiante, ma anche la sostanza interna.
Non bisogna farsi ingannare: l’indole significativa di costoro è solamente quella dell’ossesso, dell’“energumeno”, nel senso del fantoccio meccanico, o dell’invasato dai diavoli, da loro agitato nell’uno e nell’altro caso. Nulla di personale in costoro: urlano, minacciano, odiano a vanvera, andando avanti all’occorrenza siccome branchi di porci furiosi, esaltati dagli stupefacenti, incapaci come sono di combattere le loro guerre se non fuggendo da vili davanti alle schiere dei credenti, per rifarsi poi vigliaccamente con donne e bambini indifesi, o farsi ammazzare senza nessuna ragione, come stupide bestie da macello.
Questa loro indole è peraltro assai rimarchevole. Il Sacro Corano, a questo medesimo proposito, recita: “Non avete visto quelli che si sono presi per capi coloro con cui Iddio è adirato?…Satana si è impadronito di loro, tanto da fare loro dimenticare il ricordo d’Iddio. Non sono forse essi il partito di Satana, i perdenti?” (LVIII. 14…19). Essendo palese la loro alleanza con quei medesimi capi della miscredenza, che Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, ci ha imposto di combattere, e che non rispettano nessun patto, Sacro Corano, IX, 12.
L’Imam Ķomeynī, che Iddio n’esalti il rango, nel suo Ādabe Şalāt, rammenta come Lucifero s’impadronisca a tal punto di taluni, da diventare la loro natura ed i loro atti, “l’occhio con cui vedono, l’orecchio con cui sentono, la lingua con cui favellano…”,con un’inversione speculare di quanto avviene secondo il noto hadith, per cui per chi s’estingue in Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, Egli agisce per suo conto; perché, come recita il Sacro Corano, qui sopra citato, “Satana si è impadronito di loro”.
Ed in effetti, la loro estinzione infera è l’unica cosa che possa rendere conto dell’agire perverso ed insensato di costoro, che invece di combattere i nemici d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, del Suo Inviato, della sua Famiglia, e di tutta l’umanità, “le Guide della miscredenza”, sono pronti invece a farsi esplodere in un luogo colmo di credenti in adorazione, che menzionano il nome del loro Signore, tanto da procacciarsi un posto sicuro nel più profondo dell’inferno, invece di procurarsi una casa nel Giardino Superno, come sono invece disposti a credere nella loro ignoranza colpevole e sesquipedale.
Il loro agire è in effetti, almeno apparentemente, senza senso: pronti a decapitare prigionieri innocenti, a bruciarli vivi senza nessuna ragione, a fare strage di donne e bambini, come peraltro fanno le loro Guide e sodali americani, sionisti, Nato, e sauditi, a fare schiave giovani libere, costringendole a prostituirsi alle loro voglie schifose, a distruggere le sepolture degli Approssimati, e chi più ne ha, più ne metta, in questa disgustosa galleria degli orrori.
Quello di cui vorremo fare quivi una breve disamina, è l’origine di questi movimenti, o piuttosto gruppuscoli, come avevamo già chiarito sopra: le loro cause, i loro appoggi ineludibili, i loro intenti, ammesso che ne abbiano, o piuttosto, gli intenti di coloro che ne dispongono a piacimento. Non è un fatto nuovo, nell’Islam, la nascita e l’imporsi di tendenze deviate, che hanno dato origine ad autentiche perversioni, che hanno pesato a lungo sulla Comunità dei Credenti.
Esemplare tra tutti, all’inizio delle sue vicende, quello dei “Ķhāwarij”, alla lettera, in arabo, “quelli che escono, che se ne vanno fuori”, che si ribellarono ad Alì, la pace e la benedizione d’Iddio Altissimo su di lui, giungendo a definirlo, assieme ai suoi compagni “miscredente”, nel loro rigorismo e semplicismo affatto insensati, incapaci di cogliere la Sua Volontà, con la conseguenza del Vaticinio e della successione ed eredità vicarie.
Ma già poco prima di loro, chi gli contendeva, senza averne nessun diritto, la successione del Nunzio divino, checché ne dicano certi interpreti insensati e tendenziosi, li aveva definiti ”rafiditi”, in arabo “rāfiďī”, vale a dire, rinnegati, “apostati”, tanto da ingiungerne, dopo l’esclusione della Famiglia benedetta del Nunzio divino dal soglio della Guida della Comunità dei Credenti, la maledizione dal pulpito nel corso del sermone della preghiera comune.
Sono costoro i primi “takfirī”. Rimarchevole è, in questo loro atteggiamento, la pretesa assurda di esaminare, giudicare, e condannare chi è superiore in sapienza e sottomissione a Iddio, sia magnificato ed esaltato, oltre che l’ignoranza del Libro Sacro e delle narrazioni, tra le quali anzi, nel secondo caso specialmente, ci si adoperò per introdurre tutte quelle immaginarie e spurie, foriere di tutte quante le possibili deviazioni successive
Vale la pena ricordare, a questo medesimo proposito, com’è che proprio nel Sacro Corano, la Sura dei “Simulatori”, ovvero degli ”Ipocriti”, in arabo “Munāfiqīn”, pressoché per intero si attagli perfettamente a tutti costoro, sia a quelli di prima, sia a quelli di dopo: le loro menzogne, i loro inganni, la loro superbia, la loro ignoranza, la loro condanna da parte d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato: “Essi sono il nemico! Diffidane! Iddio li stermini!”, LXVII, 4.
Dopo questa premessa, ci venga ora perdonato e consentito un salto di alcuni secoli, sino a giungere all’800 dell’era volgare, autentico brodo di coltura di svariati abomini, sia in Occidente, sia in Oriente. È in questo tempo che nel mondo sunnita viene a porsi nuovamente la questione pressante della riapertura delle porte della deduzione giuridica, in arabo “ijtihād”, ivi rimasta ferma sin dal tempo della sua messa a punto da parte delle quattro scuole giuridiche riconosciute.
La questione portò a vari contraccolpi, uno dei quali fu il rifiuto puro e semplice della deduzione stessa, con la pretesa di riportarsi indietro alle direttive di quelli che, appunto nella prospettiva sunnita, sono i quattro “Califfi ben Guidati”. A dire il vero, altre pulsioni si agitavano nel mondo musulmano, e questo non solo in quello sunnita, ma anche in quello sciita, ad opera dei servizi segreti delle potenze colonizzatrici, in primo luogo Inghilterra e Russia.
Nel mondo sunnita, la predicazione riduttiva di Abdu-l-Wahab, sostenuta dai capi dei predoni beduini del centro della penisola arabica, quegli stessi che il Sacro Corano recita essere, IX, 97, “più pertinaci nella miscredenza e nella simulazione”, nel suo materialismo semplificatore rifacentesi agli hanbaliti e ad Ibn Taymiyah, diede luogo all’occupazione ed al saccheggio della Mecca, di Medina, di Karbala, donde vennero respinti dall’intervento ottomano e persiano.
Per poi essere riesumati dal potere coloniale inglese, in tutta la sua violenza, e perfidia, dopo la Prima Guerra Mondiale, per opporsi ai conati di rivolta degli Hashemiti, traditi dagli Alleati nei loro propositi di riunificazione araba, dopo essere stati usati contro l’Impero ottomano, tanto da giungere a rioccupare le due città sante d’Arabia, dove si diedero ad ogni sorta d’eccesso, tra cui la distruzione delle sepolture delle Guide della Famiglia del Nunzio divino.
I seguaci del salafismo, dalla radice araba “salafa”, “precedere”, per il diniego suddetto, riguardano come “innovazione”, in arabo “bidºaħ”, la deduzione giuridica, rifiutandosi di prendere atto che così, in mancanza di un giudizio sugli eventi, si troveranno di fronte ad un mondo che, in assenza di discernimento, chiudendo gli occhi, finiranno con l’accettare in toto, come uno struzzo che nasconda la testa nella sabbia, dando luogo ad esiti prettamente modernisti.
Fatte salve tutte le loro fisime da ignoranti, che li portano, in pieno contrasto con l’esempio del Nunzio divino, a scagliarsi contro ogni segno di culto, da loro indebitamente ed insipientemente scambiato per associazione in divinis. Vale la pena peraltro osservare, che il salafismo è suddiviso presentemente in due branche, l’una per così dire “moderata”, l’altra estrema, i “Takfīrī” in senso stretto, che giungono sino a tacciare i primi di miscredenza.
Questo secondo gruppo, dopo la sua apparizione frammentaria tra i Talibani afgani, di ispirazione Deobandi e che seguono quindi la scuola giuridica Hanafita, con i quali appunto non coincidono, è come esplosa nel momento in cui l’Occidente, empio e prevaricatore, in concomitanza con gli eventi del “risveglio islamico”, detto impropriamente ad ovest “primavera araba”, ha acceso la miccia della guerra intestina. Fatto sta, che è da allora che i gruppi “takfīrī” dei seguaci del salafismo estremista, hanno fatto il loro ingresso negli eventi contemporanei.
Quello che ci preme qui soprattutto di dimostrare, è la loro completa estraneità all’universo musulmano. Non vorremmo ridurci, a questo proposito, al loro medesimo livello d’ignoranza e di arbitrio, vale a dire di “takfīr”, che in lingua araba significa alla lettera “fare”, o meglio “proclamare miscredente”. Lungi da noi la pretesa di giudicare dell’intimo di un credente, del suo rapporto con Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato.
Nel senso che Egli soltanto, Immenso è il Suo Essere, conosce i cuori degli uomini, potendo giudicarne della sincerità e completezza. Per noi è e deve essere musulmano chiunque attesti che “Non v’è dio tranne Iddio”, e che “Muhammad è l’Inviato d’Iddio”. Solo che, a questo medesimo proposito, varrà la pena osservare, com’è che l’infinito arabo della II forma transitiva “kaffara”, ha un significato, oltre che attivo, passivo e medio, nel senso di “farsi miscredente”.
Costoro dunque considerano miscredenti, senza nessun valido argomento scritturale o tradizionale, per tacere di quell’intelligenza della quale, avendovi colpevolmente del tutto rinunziato, sono acerrimi nemici, tutti quelli che non la pensino come loro, ivi compresi i seguaci del salafismo cosiddetti “moderati”, come caso estremo. Essendo già questo un punto a loro sfavore, com’era stato per i Ķāwarijī del tempo passato, oppure anche per Muhawia ed i suoi accoliti.
Il fatto è che questa è una pretesa affatto illegittima sotto il riguardo del Libro Sacro, delle tradizioni, e della loro sana intelligenza, come appunto già dicevamo. Tanto più che costoro, infimo gruppuscolo, finiscono col definire “miscredente” l’intera Comunità dei Credenti, giungendo quindi a porsene così al di fuori, con le loro stesse mani, e con le loro stolte mene, essendo questo il primo dei punti a loro netto sfavore, che li qualifica. Ponendosi quivi anche la questione delle loro cause, se non delle loro origini.
Lasciamo a chi abbia un’erudizione in materia superiore alla nostra, il compito dello studio di come costoro siano nati effettualmente, o da quali impulsi esterni od interni, da quale centro umano od infero, giudaico o massonico, com’è anche il caso per i Wahabiti loro congeneri e sodali. Potendosi peraltro quivi aggiungere il caso consimile dei Bahai, per il mondo dei seguaci della Famiglia benedetta del Nunzio divino, nel loro ufficio a pro dei crimini dell’Occidente americanocentrico e del sionismo genocida, di là dal loro accattivante sembiante umanitario, il quale lascia il tempo che trova.
Il fatto è che costoro sarebbero già del tutto o quasi inesistenti, non fosse per l’appoggio materiale e propagandistico concesso loro dai poteri prevaricatori d’Occidente, prima fra tutti l’entità sionista che usurpa la Palestina, nemici d’Iddio, Ne sia esaltato l’Essere, e dell’umanità, prima fra tutti la Comunità dei Credenti. Non fosse per questi appoggi sostanziali, per la loro causalità formale, efficiente e finale, a parte certi incidenti di percorso, costoro sarebbero stati consegnati da tempo, senza appello, alla latrina delle vicende umane. Ma purtroppo, per le ragioni suddette, non è ancora così.
A dispetto delle continue sconfitte sul campo di battaglia, dato che questi vigliacchi non sono capaci di combattere in campo aperto, essendo atti soltanto a sgozzare donne e bambini, od a bruciare vivi o decapitare i prigionieri, anche occidentali, per tacere dell’assenza ogni qualsiasi valida procedura giuridica. Essendo sempre scappati in Siria, in Iraq, in Libano, davanti a quelle milizie popolari, che sono al presente una delle punte di diamante della Comunità dei Credenti, per poi ritornare a mordere dalle loro tane ben protette.
I loro unici successi avendoli riportati contro un esercito da operetta, naturalmente “democratico”, allestito a suo tempo dagli americani in Iraq, o attaccando proditoriamente alle spalle, specie civili disarmati. Le poche volte che sono andati all’attacco, invece di scappare e nascondersi, certamente sotto l’effetto di stupefacenti o di bevande inebrianti, hanno la fatto la fine di un branco di porci infuriati. Come mostrano eloquentemente le immagini.
Perché se americani, sionisti ed europei, i “democratici”, e i regoli assoluti, beoni, e pervertiti dei beduini arabi dovessero sospendere il loro aiuto decisivo a questi magnifici esemplari della specie umana, ci si perdoni se per celia li definiamo “uomini”, la loro sorte sarebbe stata segnata da tempo. Essendo l’Occidente “democratico”, con le sue abominevoli escrescenze tumorali arabe, la loro causa, sotto qualsiasi riguardo si possa considerare questo termine. La qual cosa li rende pertanto del tutto estranei all’Islam, e non per nostro arbitrio.
Il fatto è che, si potrebbe obiettare a questo medesimo proposito, costoro si avvalgono, almeno all’esterno, di segni e figure peculiari dei credenti: addirittura il nome d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, e del Suo Inviato, benedica Egli lui e la sua Famiglia immacolata, com’era già stato per i Ķarigiti e per Muawiya, compaiono sulle loro bandiere sciagurate, addirittura la preghiera, in quei pochi luoghi sacri non distrutti dalla loro furia demente. Ma non bisogna farsi ingannare a questo medesimo proposito.
Non sappiamo bene in che cosa possa mai consistere la loro preghiera, ma sappiamo solo che hanno distrutto molti luoghi di culto dove si menzionava il nome d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, contro le precise ingiunzioni coraniche, II, 114, e molti sepolcri di Suoi Approssimati, con la vecchia e logora scusa dell’adorazione di simulacri fallaci, come dai loro congeneri sodali wahabiti, che lascia il tempo che trova. Perché nessuno, in quei luoghi, adora altri che Lui, Ne sia esaltato l’Essere, checché ne dicano questi imbecilli.
Perché tutti i credenti sono sepolti sotto terra, e che poi, sopra la loro sepoltura si costruisca un edificio per onorarli, com’è stato per i Compagni della Caverna dei quali parla il Sacro Corano (Sura al-Kahf, XVIII: 9-26), per il Nunzio divino, per Abu Bakr, Uthman, e Muawiya, e com’è persino per i Regoli beduini sauditi beoni, mangioni, e sifilitici, usurpatori e genocidi, nei cortili dei loro stessi palazzi da arricchiti, pacchianamente sontuosi, non prova proprio nulla. A Damasco costoro si sono accaniti contro la sepoltura di Zainab, non contro quella di Muawiya.
Il fatto è che costoro, nei loro comportamenti, dei quali abbiamo fatto sopra menzione, mostrano d’ignorare del tutto la scrittura, le tradizioni, e le norme dell’intelligenza. Chi sono quelli che emettono i loro verdetti abominevoli? Che consentono loro di uccidere civili innocenti e prigionieri, di distruggere i santuari della fede, di fare violenza alle donne, di fare strage di credenti dopo d’averli dichiarati miscredenti, di farsi alleati e patroni i miscredenti peggiori?
In generale, di fare illecito ciò che è lecito, come fece Muawiya a Siffin per l’uso dell’acqua dell’Eufrate, contrariamente ad Alì, la pace su di lui: tutto questo a dispetto delle loro pretese e di certe loro parvenze: “Il loro sembiante ti stupirà…Essi sono i nemici, sta’ in guardia, li stermini Iddio, quanto sono bugiardi!” (LXIII, 4). Il loro abuso sacrilego dei santi segni si ritorcerà contro di loro nel Giorno del Giudizio, anzi in questo stesso mondo, ne siamo certi, al palesarsi dell’Atteso, voglia Iddio affrettarcene la gioia, o prima ancora.
Altro segno loro peculiare è il rifiuto pressoché completo dell’intelligenza, com’è per i loro consimili e sodali Wahabiti. A dispetto delle ripetute, insistenti ingiunzioni coraniche, che sarebbe lungo citare, costoro non fanno nessun segreto del loro rifiuto di ogni argomento intellettuale, a cui sostituiscono le proprie farneticazioni, come avevamo appunto già visto. E saremmo curiosi di conoscere qualche particolare di più del loro credo, per la qual cosa, ne siamo certi, ci sarebbe da ridere, se non ci fosse invece da piangere.
Ci siamo dilungati un poco sui loro fiancheggiatori e cause, più o meno occulti. Osserviamo ora che, mentre nel Vicino Oriente la diffusione di questi gruppuscoli degeneri si limita all’agire delle bande armate di vili tagliagole al soldo di Israele, dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e dei Regoli beduini, in Occidente invece il loro credo fallace contrario all’Islam incontra purtroppo una qualche diffusione tra le masse degli immigrati, specialmente nordafricani e pakistani, abbrutite dall’ignoranza e dall’emarginazione.
Sovente si tratta come di una rivalsa da parte di chi, avendo fallito nel sogno ingannevole di conseguire le luminarie ed i lustrini fallaci, gli specchi per le allodole d’Occidente, pensa di rivalersene con un’agitazione vana ed insensata, mossa in definitiva ad arte da quello stesso mondo che pretenderebbero velleitariamente di rifiutare. Questo tra un ondeggiare vario di complicità e protezioni, e di condanne, come contraccolpo ad un’imprudenza, la quale spesso dà luogo ad effetti incresciosi ed indesiderati.
A questi si aggiungano taluni occidentali, sovente donnicciole, sviate, o fuori uso, per lo più borghesucci alla ricerca di una qualche esilarante emozione forestiera, che invece di andarsene, com’è loro solito, in India, a farsi indottrinare da strani ed improbabili Maestri indù, framassoni travestiti, addottorati dai teosofi anglosassoni, si danno invece a vociare, pretendendosi musulmani, contro la Comunità dei Credenti.
Tutto questo a cominciare guarda caso, proprio come ai tempi di Muawiya e Yazid, Mamun e Mutawakkil, dai seguaci della Famiglia benedetta ed immacolata del Nunzio divino. Non essendo certo un caso, che non siano pochi i vili tagliagole partiti dall’Occidente, per andarsene a combattere, si fa per dire, al fianco della bestia sionista, sovente anche, siccome appunto dicevamo, occidentali di razza pura, non semplici immigrati ingannati e frustrati.
Così come donnicciole piccolo borghesi in preda a confusi furori instillati da improbabili Maestri ispiratori di odio per i seguaci della Famiglia del Nunzio divino, senza avere avuto nessun sentore dell’inimicizia primaria tra credenti, e costoro, lo ribadiamo, credenti non sono, e giudei ed associatori, V, 82, pronte anche a concedersi loro con le loro figlie e forse, chissà, anche ai criminali tagliagole al soldo d’Israele, dell’America, e della famiglia Saud, che cercano di mordere al calcagno i credenti del Vicino Oriente, come serpi vili.
Talora dopo l’esperienza esilarante di un sufismo buffonesco alla Battiato, con tanto di pulsioni freudiane e canzonettistiche, e di soldi sauditi, con tanto di ridicole cerimonie all’insegna sì dell’amore e della fratellanza, ma solamente per gli oppressori, non per gli oppressi, patrocinate dal Vaticano e dai Rabbini sionisti. Proprio quell’Islam da baraccone, “americano”, come lo definì l’Imam Komeyni, proposto dai suoi peggiori nemici.
Costoro rifiutano peraltro, almeno in apparenza di essere accomunati ai terroristi tagliagole che insanguinano il Vicino Oriente, vendicandosi da codardi su donne e bambini delle sconfitte e delle fughe ignominiose davanti alle schiere dei credenti, seppure privi di armi americane, come le loro.
Solamente che ne usano il medesimo vessillo, che nella loro ignoranza colpevole e sesquipedale identificano con l’insegna di quell’Inviato d’Iddio Altissimo, del quale essi tutto, o quasi tutto ignorano. Questo a prescindere dall’utilizzo del colore nero, peculiare anche delle bandiere dell’Atteso Ben Guidato, che Iddio Altissimo ce ne affretti la gioia.
Ma che in quest’ultimo caso fa riferimento all’inattingibiltà di quell’Essenza Divina, che non è dato di associare o qualificare, come recita più volte il Sacro Corano, mentre per loro si riferisce alle tenebre dell’Inferno e della morte: ho lasciato la sede degli Inferi, dell’oscurità e della morte, potrebbe ben proclamare quegli che Iddio Altissimo, sia esaltato il Suo Essere, guida dalle tenebre alla luce, come che recita il Sacro Corano, II, 257.
Che dunque costoro usino nominalmente ed apparentemente gli stessi segni dei credenti, come linee di scrittura ed efflati vocali, nulla significa, perché ogni segno è suscettibile di un’inversione infera, per la corrispondenza universale tra i livelli dell’essere, fermi restando alcuni tratti esteriori, che ne denunziano la scaturigine. Com’è anche per la falce di luna crescente, che oltre a non aver in ogni caso nessun riscontro coranico o narrativo, viene peraltro sovente, in siffatti ambienti, rappresentata orizzontalmente, non verticalmente, com’è in natura, a rappresentare le corna di Lucifero, che costoro adorano.
Com’è per taluni tappeti da preghiera diffusi dai sauditi, con i minareti sormontati dalle corna suddette, o com’è per la torre coronata da quel segno perverso, che i beduini wahabiti, che Iddio li maledica e li sprofondi, hanno fatto erigere alla Mecca, a sovrastare sacrilegamente la grande Moschea. O com’è anche per la bandiera della Famiglia Saud, usurpatrice dei Luoghi Santi, dove la spada dell’Islam, dalla sua retta posizione retta ed assiale di fulcro del mondo, è invece rovesciata in orizzontale, nelle acque inferiori della materia prima, nel segno della ricerca di beni corporali, tellurici, ed inferi.
“O miscredenti, non adoro quello che adorate…a voi la vostra religione, a me la mia”, CIX, 2-6, vale la pena di dire a questi sciagurati. Dicevamo che la variante occidentale si rifiuta d’essere accomunata a quei loro fratelli che insanguinano il Vicino Oriente sotto la protezione dell’America, d’Israele, della Nato, e dei Regoli beduini ignoranti e pervertiti. Ma fatto sta, che sono molti i segni che li accomunano, non solo nella figura esterna, quali quelli menzionati.
Ma anche sotto il riguardo operativo, come la virulenza e la volgarità verbale, l’avversione ai seguaci della Famiglia del Nunzio divino, le minacce di passare a vie di fatto contro chi non la pensi come loro, nella mancanza pressoché assoluta di argomenti qualsivoglia; o delle omissioni, quali la loro ignoranza colpevole del Corano, e delle narrazioni, che non siano quelle fatte fabbricare da Muawiya ai suoi accoliti contro la Famiglia del Nunzio divino.
Non avendo più costoro un’intelligenza, com’era per Muawiya, com’ebbe a dire l’Imam Ja’far, perché la loro è una contraffazione luciferina, che nulla ha a che vedere con l’intelligenza, sbugiardati nell’argomentare, il che fa riscontro alle loro fughe vigliacche sui campi di battaglia del Vicino Oriente; essendosi guadagnati con le loro mani l’obliterazione di quel punto bianco, dopo la cui scomparsa non c’è più via di ritorno, ma solo il fuoco dell’Inferno, sempre dall’Imam Ja’far; da qualche tempo hanno preso a minacciare e calunniare.
Sappiamo che la lotta è dura, non certo per il valore infimo di costoro, ma per l’enormità delle forze materiali che li sostengono, e non solo materiali: dopo ogni sconfitta, costoro tornano all’attacco, tentano ancora di mordere, forse vomitati dall’Inferno, oltre che eruttati dai tanti centri operativi siti nei vari paesi complici.
La loro diretta scaturigine infernale non è certo una supposizione peregrina, dato che altrimenti i conti non tornerebbero. Diavoli, che guidano nascostamente i mostri, che guidano palesemente le bestie. Avendo purtroppo la loro propaganda perversa una certa penetrazione, per le tenebre di quell’ignoranza in cui la Comunità dei Credenti è stata tenuta sin dal tempo dell’oppressione Omayyade, passando per gli orrori della colonizzazione occidentale, con le presenti conseguenze perverse d’entrambe.
Dicevamo che costoro, in Oriente ed in Occidente, sono solo un gruppuscolo, o piuttosto, più gruppuscoli, spesso rivali, ma uniti dalla perversione, dall’ignoranza colpevole e dalla miscredenza. Le loro divisioni sono apparenti, come sottolineavamo per la loro variante occidentale, quantunque diano luogo spesso, nel Vicino Oriente, a contrapposizioni sanguinose: “Se Iddio non respingesse gli uomini gli uni con gli alti, la terra sarebbe corrotta”, II, 251.
In ogni caso, la lotta contro costoro, che è a tutto campo, così come primariamente contro i loro ispiratori e cause, occulte o palesi che siano, ha una garanzia inconcussibile di vittoria, che è la conoscenza. Per combattere, al contrario di quello che credono questi ignoranti, bisogna conoscere, studiare, e riflettere, siccome è ribadito reiteratamente dal Sacro Corano, tanto che sarebbe lungo ripeterne le citazioni a questo medesimo proposito, come appunto dicevamo già sopra. E così come ci è anche pervenuto dalle narrazioni tramandateci dal Nunzio divino e dalla sua Famiglia benedetta ed immacolata.
In una comunità che i suoi nemici interni ed esterni hanno fatto, e fanno di tutto per abbrutire nell’ignoranza, è la conoscenza l’elemento risolutivo, conoscenza avente vari livelli di approfondimento e perfezione, non riducendosi a mera e banale razionalità, come purtroppo si crede comunemente e volgarmente, il che sarebbe affatto deleterio. Noi siamo convinti che questo cimento è decisivo, dovendo noi mettervi alla luce tutte le nostre facoltà umane, a partire dalla più alta, appunto la conoscenza, con i suoi correlati.
Certo, non è che in questo modo il nostro fine debba essere necessariamente conseguito, come per via meccanica o compulsiva, avendo la persona umana avuto da Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, il dono eccelso della scelta, del libero arbitrio, contrariamente a quello che credono taluni, sia in ambito islamico che cristiano. Le cose stanno in effetti diversamente. Perché il risultato della scelta non è scontato.
Non essendo detto che dinnanzi alla prova, “date il vostro argomento, se siete veridici”, XXVII, 64, sino al prodursi dell’argomento supremo sul creato tutto, che sarà l’Atteso Ben Guidato, al momento del suo palesamento glorioso, che Iddio Altissimo voglia affrettarcene la gioia, tutti quanti gli uomini faranno la medesima scelta, quella giusta. Non sarà necessariamente così, anche se ce lo augureremmo. Taluni non vorranno, taluni non potranno, per quanto avevamo detto innanzi del loro possibile tralignamento senza ritorno.
Molti rifiuteranno, com’è già avvenuto al momento della missione terrena del Nunzio divino, così come della visibilità delle Guide della sua Famiglia benedetta ed immacolata, unici suoi legittimi eredi e degni successori. Sarà dunque a lui, che spetterà di fare alla fine pulizia, di purgare il mondo dalle presenze deleterie ed indesiderate, prima con le buone, poi con le cattive, prima con l’appello, poi con la spada. Le tradizioni stesse narrano che molti rifiuteranno. Sarà allora che la sentenza divina, anche per costoro, in massima parte già perduti, come dicevamo, verrà eseguita senza nessuna remora.
Già allora, siccome ancor più avverrà nel Giorno del Giudizio, costoro non avranno scuse né scampo, come recita più volte il Sacro Corano. Per loro la spada sarà un atto di misericordia, perché eviterà loro un aumento delle pene dell’inferno, alle quali, vale a dire, ad un cui particola non giungono il cielo e la terra messi insieme, come attesta laDuºā’ Kumayl; com’era già stato per gli ebrei di Ķaybar ai tempi del Nunzio divino, e come sarà per tutti i capi della miscredenza.
Per adesso è nostro compito ineludibile combattere, in un modo o nell’altro, contro costoro e contro i loro mandanti, ancor più colpevoli di loro, perché la causa vale più dell’effetto, senza farsi turbare dal loro vociare, e senza farsi spaventare dalle loro facce feroci. Già nel Vicino Oriente, fratelli credenti di tutto il mondo musulmano, sino dall’India, sorretti e guidati di Pasdaran iraniani e dagli Hezbollah libanesi, hanno infranto le speranze infondate di subitanea vittoria di tutti costoro, in attesa di regolarne i conti con i mandanti.
Anche se dovessero continuare ad essere vomitati dall’Inferno stesso, oltre che da Israele, dall’America, dalla Nato, e dai loro mancipi beduini della Famiglia Saud, miscredente, empia, depravata, vigliacca, e genocida, la loro sorte appare oramai segnata, sino all’avvento dell’Atteso Ben Guidato, che Iddio Altissimo voglia affrettarcene la gioia. A Lui chiediamo che questo lasso di tempo sia breve. Nel frattempo, continuiamo a combattere, sia qui sia lì.
Sappiamo che prima della fine di questi tempi, ce lo predicono le narrazioni, i figli e seguaci di Muhammad, di Fatima e di Alì, che Iddio benedica e dia la pace a loro ed ai loro Figli benedetti ed immacolati, ovverosia le schiere dei credenti, dovranno combattere contro i figli ed i seguaci di Abu Sufyan, il capo della miscredenza e simulatore per eccellenza, di Hind, la mangiatrice del fegato dei Campioni della fede, e del loro degno figlio, naturale dell’una e putativo dell’altra, Muawiya, il ribelle traditore e soppiantatore.
Già costoro hanno incominciato ad imitare Hind, divorando il fegato dei prigionieri uccisi, segno questo assai eloquente della loro natura infernale, se ce ne fosse bisogno. Già costoro hanno ribadito il loro amore per Giudei sionisti, e per i miscredenti, i moderni associatori, adoratori dell’oro e del potere giustapposti al Solo Iddio, sia magnificato ed esaltato, i peggiori tra tutti, che essi si sono presi per Guide, contro i dettami coranici espliciti e ripetuti.
In Occidente la lotta va portata avanti con il verbo e con l’esempio, senza violare le leggi dei nostri paesi, che noi siamo i primi a rispettare scrupolosamente, a dispetto della loro mera scaturigine umana, e non divina, come le nostre, secondo quello che è l’insegnamento delle nostre Guide.
Sino a che il loro giudizio non sarà compiuto inesorabilmente “Iddio ha preparato per loro un castigo severo, è malvagio quello che hanno perpetrato”, LVIII, 15, come recita il Sacro Corano: sono stati esaminati, sono stati giudicati, e sono stati condannati. Per adesso non spetta a noi qui eseguire la Sua sentenza: spetterà all’Atteso ben Guidato, al momento del suo palesamento glorioso, voglia Iddio Altissimo che ciò debba essere presto.
Che Iddio, Ne sia esaltato l’essere, maledica chi tenta di introdurre nel corpo vivo dell’Islam, come suo corpo estraneo, la corruzione, la miscredenza, e l’empietà. Che Egli salvi quanti essi tentano d’ingannare e trascinare all’Inferno. Che Egli paghi loro al più presto il fio. E benedica in eterno il Suo Inviato eccelso e la sua Famiglia immacolata, con tutti i Suoi Nunzi, concedendo la vittoria alle schiere dei Suoi fedeli credenti musulmani.