Dalla crisi ucraina una lezione per i musulmani

Dalla crisi ucraina una lezione per i musulmani

Cari musulmani, persone di colore e di origine immigrata, cosa abbiamo imparato dalla crisi ucraina rispetto al nostro status e valore nel Regno Unito, in Europa e in Occidente?

– Il vostro sangue, la vostra vita e la vostra dignità valgono meno degli “europei civilizzati” (CBS News) con “capelli biondi e occhi azzurri” (BBC News).

– La resistenza dei vostri popoli all’occupazione e all’oppressione straniera (NATO/India/Israele) è considerata “terrorismo”, mentre la resistenza degli ucraini di fronte ai russi viene esaltata. La BBC ci racconta delle “coraggiose” donne ucraine che fabbricano bombe molotov e del “valoroso” soldato ucraino che si è fatto esplodere: triste non aver assistito a questa eroizzazione del Kashmir, dei palestinesi e degli iracheni quando le loro donne e i loro bambini continuano a resistere coraggiosamente.

– La vostra sicurezza, protezione e salvezza, quando fuggite dalla guerra e dalla carestia, significa esser trattati peggio degli animali, mentre gli ucraini sono “accolti a braccia aperte” negli stessi Paesi in cui contro i profughi siriani e iracheni hanno utilizzato idranti, picchiandoli e sparando con i cecchini. Agli studenti, ai lavoratori e alle loro famiglie neri dell’Africa occidentale, così come ad altri musulmani stranieri, viene ora negato di poter lasciare l’Ucraina e sono stati respinti al confine con la Polonia: la polizia ucraina li ha letteralmente minacciati con le armi dicendo loro che la priorità spetta agli ucraini (molti di questi africani occidentali sono cristiani). Polonia, Bielorussia e Ungheria hanno chiarito in passato che sono d’accordo ad accogliere solo rifugiati/migranti siriani cristiani. Ironia della sorte, alla radio LBC si è molto parlato di “inviare i mujahidin” in Ucraina per combattere contro la Russia. Ah sì, l’Occidente ama i vecchi “mujahidin” quando si allineano alla sua politica estera e ai suoi interessi geopolitici egemonici, ma colpisce loro, le loro famiglie e la loro gente con droni e attacchi aerei quando non si adattano o non collimano ai suoi interessi.

– Non potete sensibilizzare la consapevolezza sulla difficile situazione dei palestinesi (Celtic FC/Moeen Ali) nello sport senza essere penalizzati o perdere le sponsorizzazioni, perché dobbiamo “tenere la politica fuori dallo sport”… a meno che ovviamente non si tratti di un Paese europeo bianco; in tal caso, le squadre si attivano nel boicottaggio (Polonia/Svezia/Repubblica Ceca che si rifiutano di giocare in Russia, la finale della Champion League viene trasferita a Parigi, Roman Abramovich bandito dalla Gran Bretagna, la Fifa esclude la Russia dai mondiali di calcio) e mostrano solidarietà all’Ucraina sventolando la sua bandiera o indossandola prima del calcio d’inizio (Manchester City-Everton).

– Siete criminalizzati quando volete recarvi a difendere gli oppressi (Palestina/Iraq/Afghanistna), che sia per combattere o per fornire aiuti: potreste persino perdere la cittadinanza. Ma oggi il ministro degli Esteri del Regno Unito, Liz Truss, ha affermato di “sostenere in modo assoluto i singoli britannici che si recano a combattere in Ucraina“.

– Quando le vostre terre (Afghanistan/Iraq/Siria/Palestina/Mali/Somalia/Yemen) vengono aggredite e invase dall’Occidente o dai suoi sudditi regionali, è per “esportare la democrazia” (regime change), “combattere il terrorismo” (rubare le risorse naturali) o per “portare la pace” (guerra): non è mai un’“invasione” o un’“occupazione”.

– La generale effusione di simpatia, indignazione e solidarietà mostrata dall’intero mondo occidentale nei confronti degli ucraini nel conflitto con la Russia deve farvi chiedere: quale è il nostro reale valore e status di minoranze religiose/etniche in un continente che afferma costantemente di difendere “uguaglianza”, “diritti umani” “libertà” in patria e all’estero?

Lasciate che questo sia un promemoria per quei patrioti musulmani particolarmente zelanti e sempre pronti nel voler discutere perché dovremmo letteralmente adorare i Paesi in cui risiediamo e verso i quali saremmo totalmente indebitati…lasciate che il resto di noi osservi la realtà, l’ipocrisia e i doppi standard nei confronti dei nostri popoli, delle nostre situazioni e delle nostre proteste, mentre sventolate la bandiera e cantate l’inno nazionale.

 

* da Dilly Hussain, giornalista di 5Pillars.com, con lievi modifiche.

 

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Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Novità

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