Credenze globali ed aggressione culturale (Hujjatulislam M. Beheshti)

Credenze globali ed aggressione culturale

Hujjatulislam Morteza Beheshti*

Nel corso di questi ultimi anni, alcuni organi d’informazione arabi hanno riferito della sempre maggiore diffusione e intensificazione del fenomeno del culto di Satana tra la gioventù d’ambo i sessi dei paesi islamici. La notizia non può essere motivo di stupore e sorpresa se si prende in considerazione tutto il retroterra di questa grave perversione. Quel che ha attratto l’attenzione dei mezzi d’informazione suddetti, è la crescita senza limiti di questo aberrante fenomeno, e l’esistenza alle sue spalle di un’organizzazione ben congegnata, la cui ampiezza e complessità sono in continuo crescendo.

La vicenda esistenziale di molti giovani, per cui il declino morale e la corruzione individuale e collettiva assumono la forma estrema del culto di Satana, è sotto gli occhi di tutti. Costoro ammettono ogni sorta di peccato, si concedono tutto ciò che è proibito dalla Legge Divina, fanno uso di droghe, si abbandonano a pratiche sessuali di gruppo, violentano donne anziane, e celebrano le loro cerimonie, fatte di gozzoviglie, orge e selvagge danze di gruppo, tra crisi isteriche ed urla raccapriccianti, comportandosi in modo del tutto contrario ai dettami e ai fondamenti della religione.

I temi che più s’impongono all’attenzione nella disamina di questa aberrazione, sono l’indole dei seguaci di Satana, i fattori che consentono la creazione e l’espansione del fenomeno della sua adorazione, e i suoi scopi a lungo termine, nella speranza che una tale riflessione possa mettere in grado le famiglie e le autorità dei paesi che sono il bersaglio di questa aggressione, di prendere misure atte a contenerla ed a respingerla.

Dalle ricerche intraprese da alcuni studiosi, vertenti sui tratti individuali e sociali dei seguaci di Satana, si perviene alle seguenti conclusioni.

La sempre maggiore disponibilità di ricchezze e di comodità materiali, ad un’atmosfera culturale che rifiuta ogni regola e restrizione, a cui va aggiunta la mancanza di un controllo appropriato dei mezzi di informazione, specie dei sistemi di comunicazione via satellite e di Internet, facilitano su scala planetaria il contatto tra i centri di diffusione di questo inquietante fenomeno. La fondazione e l’espansione di università straniere aventi per fine precipuo lo snaturamento culturale e l’abrogazione dei principi religiosi, unitamente all’incauto atteggiamento culturale di molti giovani, hanno predisposto il terreno affinché essi venissero attratti dal culto di Satana.

Sconforto, disperazione, ansietà, conseguenze del materialismo trionfante, la mancanza di spiritualità, ed il rifiuto della sottomissione al Principio dell’essere, sono da considerarsi come altrettanti tratti dominanti dei vari gruppi di adoratori del demonio. Al di là di tutte queste circostanze, sono d’altra parte da prendersi in considerazione le attività e le macchinazioni sempre crescenti di organizzazioni spionistiche quali la CIA ed il Mossad.

In sostanza, l’apparizione di queste forme di adorazione del demonio va fatta risalire al 1770, cioè a quando il ramo tedesco dell’organizzazione Rotschild decise di prendere al proprio servizio Adam Weishaupt, già teologo cristiano che aveva insegnato nelle università tedesche, il quale, deluso da quelli che a suo avviso erano gli orizzonti ristretti del Cristianesimo, si avvicinò al Giudaismo e venne assunto dai Rotschild. Nel 1776 egli fondò il movimento degli “Illuminati”, nome che di per sé stesso è espressione di satanismo, in quanto deriva da uno degli epiteti di Satana, cioè “Lucifero”, che in greco antico significa “portatore di luce”. Con riferimento ad una lettera di Albert Babek, conservata in un museo di Londra, risulta ovvio che il fine ultimo del movimento degli “Illuminati”, da considerarsi come la base del fenomeno del culto del diavolo di matrice sionista, è la conquista del mondo intero, l’instaurazione di un unico governo sionista, l’abolizione della famiglia e dei suoi principi, l’umiliazione e l’annichilazione dei sentimenti nazionali, l’eliminazione delle religioni, l’uso di alcool e stupefacenti, la contaminazione e la corruzione della gioventù di tutte le nazioni.

Una disamina dell’esistenza materiale del sionismo, dei suoi accordi con altre organizzazioni o stati, e delle attività di tutti costoro, segnatamente nel subcontinente indiano e nei paesi musulmani, dà piena evidenza delle loro illecite mene espansionistiche ed imperialiste. La distruzione della famiglia, il collasso della società, ed il generale declino dell’umanità sono gli obiettivi di vecchia data perseguiti dai poteri che si richiamano agli USA ed al sionismo. Albert Babek, responsabile dei programmi internazionali del movimento degli “Illuminati”, così scriveva nel 1871: “Rimuoveremo ogni ostacolo sulla via del trionfo dei movimenti eterodossi, e faremo di tutto per provocare una catastrofe umana estesa al mondo intero, una situazione che spronerà dovunque alla ferocia e ad azioni cruente. Grazie al nostro operato, il caos finirà per dominare sull’intera umanità, di modo che essa, si tratti di atei o di credenti, smarrirà la via, e andrà confusamente alla ricerca della luce. La luce dell’ideologia sionista li raggiungerà dovunque, e con l’annichilazione dell’Islam e della Cristianità il nostro lavoro sarà compiuto”.

Un rapido colpo d’occhio agli svariati aspetti di quel “Nuovo Ordine Mondiale” che americani e sionisti intendono imporre all’umanità, basta per rendersi conto del fatto che questo sedicente “ordine” trae  ispirazione dai sinistri obiettivi del movimento degli “Illuminati”, ed al di là della copertura di comportamenti estremi quali il culto di Satana, appare evidente lo scopo della conquista delle risorse di tutti i paesi, che essi si ripromettono di saccheggiare impunemente, a prescindere da ogni accordo politico. Il fronte della miscredenza si propone come primo obiettivo la distruzione della fede e delle intime convinzioni di ciascun popolo attraverso l’aggressione culturale, dopo di che sarà possibile compierne la conquista ed impadronirsi di tutte le sue risorse.

Se si prendono in esame le confessioni di taluni adoratori di Satana che operano nei paesi islamici, sarà possibile rendersi conto di tutta la perfidia di questo inquietante movimento. Una di queste persone, che vive in Egitto, ha dichiarato: “Un nostro amico si è messo in contatto con un gruppo musicale israeliano che tiene qui da noi i suoi concerti ed incide su “Compact disk” le canzoni sul culto di Satana di gruppi musicali “Heavy Metal”, canzoni che invitano alla violenza, al nichilismo, ad alle più turpi perversioni. Questo gruppo tiene di solito i suoi raduni nei territori egiziani ai confini con Israele”. E’ d’altra parte rimarchevole il fatto che il capo degli adoratori del diavolo in Israele sia anche ufficialmente un agente dei servizi segreti sionisti, e che abbia tentato di propagare la sua ideologia nei paesi arabi ed islamici tramite Internet. La diffusione attraverso i canali video e Internet di 37459 messaggi che invitano alla negazione delle Leggi Divine, ed a compiere atti come la profanazione dei Libri Sacri, danze di gruppo attorno a pietre tombali, arsioni di cadaveri, a bere sangue umano e di animali, a dar fuoco a moschee ed altri luoghi di culto, tutto questo dà l’esatta misura di tutto il livore e l’ostinazione con cui i sionisti si accaniscono contro la Religione, e rende necessaria la pronta reazione degli studiosi devoti, dei teologi votati alla semplicità di costumi ed alla ricerca della libertà.

Paesi come l’Australia e l’India, per le credenze ivi diffuse, per la diversità dei bisogni della gente, per l’ampiezza delle occasioni, costituiscono un banco di prova che consente di rendersi conto del modo di penetrazione di ideologie aberranti quali il culto di Satana in quelle parti del mondo che offrono il destro a simili sinistri fenomeni ed alla loro diffusione nei paesi vicini.

Nell’invitare i nostri stimati lettori alla vigilanza e alla cautela, l’autore del presente articolo desidera sottolineare che, al di là dei folli piani espansionistici degli USA e di Israele, si deve evitare di ignorare la debolezza e fragilità di talune comunità islamiche, perché il lugubre arbusto dell’errore è cresciuto all’improvviso, ma si è sviluppato gradualmente in terreni adatti, in ambienti appropriati. Attualmente noi non abbiamo nei nostri paesi soltanto adoratori di Satana, ma demoni in carne ed ossa, ed anche all’interno di noi stessi covano nuclei di depravazione diabolica.

E’ per noi un imperativo, per il tramite di un approccio essenziale che sappia risalire alle radici intellettuali e sociali dell’ordinamento islamico, ad attraverso la neutralizzazione dei punti deboli e delle trappole che si frappongono al nostro cammino, bloccare la strada a simili fenomeni assurdi ed insensati, e dare soluzioni sicure ed appropriate ai problemi concernenti la fede, adoperandoci in primo luogo affinché venga rafforzata la famiglia e venga evitata la degradazione dell’ambiente familiare, in quanto le osservazioni fatte da sociologi e psicologi sull’indole di questi gruppi hanno appurato che l’instabilità all’interno della famiglia, la degradazione dei bisogni culturali, e la disintegrazione dei nessi sociali sono fattori estremamente efficaci nella crescita del nichilismo, specialmente tra i giovani.

La corretta interpretazione della religione, lo sradicamento della superstizione, l’adozione di costituzioni fondate sulla Legge Divina, e l’esposizione chiara e convincente dei vari aspetti degli ordinamenti religiosi potranno portare, sotto nuove forme, al consolidamento del fronte della religione, condizione necessaria per spianare la strada alla disfatta definitiva del fronte dei poteri colonizzatori con tutta la loro empietà ed impudenza.

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* Direttore della Fondazione per il Pensiero Islamico, articolo tratto dal n.183 (Gennaio 2000) di “Echo of Islam”, pubblicato dalla Fondazione del Pensiero Islamico      

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Writer : shervin | Comments Off on Credenze globali ed aggressione culturale (Hujjatulislam M. Beheshti) Comments | Category : Attualità, politica e società

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