Imam Khamenei: “‘Morte all’America’ significa morte all’arroganza e alla politica USA”

Imam Khamenei: “’Morte all’America’ significa morte all’arroganza e alla politica americana”

Di seguito il testo integrale, tradotto dal persiano, del discorso tenuto il 3 Novembre 2015 dalla Guida della Rivoluzione Islamica Imam Khamenei in un incontro tenuto con gli studenti delle scuole e università iraniane. L’incontro è avvenuto in occasione del “Giorno Nazionale della Lotta contro l’Arroganza Mondiale”.

Col Nome d’Iddio Clemente e Misericordioso

Ogni lode appartiene a Iddio, il Signore dei mondi, e la pace e le benedizioni siano sulla nostra Guida e Profeta, Abal Qasim al-Mustafa Muhammad, e sulla sua immacolata, pura e infallibile Famiglia. La pace discenda su Husayn, su ‘Ali ibn Husayn, sui figli di Husayn e sui compagni di Husayn.

I giorni della Lotta contro l’Arroganza

Apprezzo molto l’incontro con i cari giovani studenti delle scuole e delle università nei giorni che sono stati dedicati alla “Lotta contro l’Arroganza”. Le persone qui presenti sono un esempio della desta gioventù del nostro popolo. Non soltanto i giovani ma tutte le persone ben informate, profonde e dotate di discernimento condividono le stesse posizioni che avete espresso qui oggi con i vostri slogan e le vostre dichiarazioni.

Questi giorni sono legati a Husayn ibn ‘Ali (la pace discenda su di lui). Sono giorni di entusiasmo e fervore storico per la Ummah Islamica. Non sono particolari soltanto per gli sciiti; anche i non sciiti considerano il movimento di Husayn ibn ‘Ali (la pace di Dio discenda su di Lui) come grandioso, maestoso e istruttivo e come un modello per le nazioni. Parlo di coloro che hanno familiarità con questo movimento, non di coloro che non lo conoscono. Quanto al nostro popolo, una delle sue fonti di orgoglio è quella di conoscere il Principe dei Martiri [l’Imam Husayn, ndt] e Karbala. Il nostro popolo conosce le importanti vicende avvenute durante e dopo Ashura.

Questi giorni sono i giorni di Zaynab al-Kubra (as) [figlia dell’Imam ‘Ali e sorella dell’Imam Husayn, ndt]. Zaynab al-Kubra (as) è la persona che ha mantenuto vivo l’evento di Ashura, impedendo che questo evento finisse nell’oblìo o diventasse antiquato a causa degli inganni politici del sistema regnante in quei giorni. E’ stata Zaynab al-Kubra (as) che ha mantenuto vivo l’evento. Si tratta quindi di giorni importanti.

Il periodo storico in cui ci troviamo è importante. Il popolo iraniano sta ripristinando la propria dignità e tracciando il sentiero per raggiungere i propri obiettivi. La consapevolezza dei giovani è pertanto importante. La loro perspicacia rispetto alla situazione attuale è importante e questo incontro è un’opportunità per parlare – in una certa misura – riguardo a tali questioni.

Ciò che costituisce la base di molte delle nostre discussioni è la lotta contro l’Arroganza, che nella Rivoluzione Islamica e tra il nostro popolo, è un movimento razionale e logico che poggia su fondamenti scientifici. Si tratta inoltre di un movimento saggio, contrariamente a quello che alcuni individui vogliono far apparire. Simili individui pretendono che si tratti di un movimento e di slogan puramente emotivi, privi di una base logica e razionale; al contrario, il movimento del popolo iraniano poggia sulla razionalità. Mettiamo da una parte – per ora – quello che la religione, i versetti coranici e le rivelazioni divine hanno dichiarato al riguardo. Mettiamo da una parte, per adesso, “quanti sono con lui sono duri con i miscredenti e compassionevoli fra loro.” (Sacro Corano, 48:29)e “Combattete i capi della miscredenza” (Sacro Corano, 9:12) perché alcuni individui non credono in queste cose. Basiamoci pertanto sull’esperienza del popolo iraniano.

1953: colpo di Stato in Iran

Nella nostra nazione nell’anno 1332 [19 Agosto 1953] ha avuto luogo un evento – l’evento del 28 di Mordad – che è uno di quelli che ha dato esperienza al popolo iraniano e che gli impedisce di fare errori e mancare di discernimento. Durante questo evento il popolo iraniano ha ottenuto una grande esperienza che non deve essere dimenticata. Sessanta anni sono trascorsi dal 1953 fino ad oggi:  prima di tutto, durante questi sessanta anni, simili eventi si sono ripetuti; secondo, quando un evento storico porta con sé una lezione, allora il trascorrere del tempo non ha effetto e dobbiamo apprendere questa lezione.

Questo è l’evento: l’amministrazione Mosaddeq – che era riuscita a liberare il petrolio e la ricchezza nazionale del paese dalle mani e dagli artigli degli inglesi con l’aiuto di altre persone che in quei giorni erano in esilio, come l’Ayatullah Kashani e altri – fece un errore storico, che fu quello di affidarsi agli Stati Uniti. Mosaddeq pensò di avere un sostenitore nel campo internazionale contro l’inimicizia degli inglesi. Quel giorno egli credette che questo sostenitore fossero gli Stati Uniti, si affidò agli americani e ripose in essi le sue speranze. Gli americani usarono questo ottimismo e ingenuità e orchestrarono il colpo di Stato del 28 di Mordad.

Un agente americano con un nome preciso e un’identità conosciuta giunse nella nostra nazione. Questo è stato registrato nella storia e noi lo conosciamo, il suo nome è scritto nella storia. Era un americano. Egli giunse e si posizionò nell’ambasciata inglese o in un’altra ambasciata occidentale, forse quella canadese, poi divise i soldi che aveva portato con sé per ingaggiare alcune persone. Ovviamente vi erano alcuni elementi e agenti traditori anche all’interno del paese. Fu lui a mettere in scena il colpo di Stato del 28 Mordad. In questo modo egli mandò all’aria tutti gli sforzi che il popolo iraniano aveva realizzato per due-tre anni, il periodo della nazionalizzazione dell’industria petrolifera. Essi inoltre arrestarono e imprigionarono Mosaddeq e fecero tornare Mohammad Reza Pahlavi – che era fuggito dall’Iran – e lo misero al trono. Venticinque anni – dall’anno 1953 all’anno 1979 – della vita del popolo venne spesa sotto il giogo del regime imposto e dipendente Pahlavi con tutti i tipi di umiliazione, pressioni e difficoltà. Sono stati gli Stati Uniti a fare ciò.

Il Primo Ministro Mosaddeq processato dopo il Colpo di Stato anglo-americano

I loro agenti militari occuparono il nostro esercito e i loro agenti economici favorirono le loro politiche economiche. Inoltre – queste sono solo le azioni che hanno compiuto in modo aperto e manifesto – essi realizzarono certe azioni nascoste che le nostre analisi sfortunatamente non hanno ancora raggiunto. Esse non sono state ancora in grado di comprendere la portata di queste azioni occulte che vennero compiute per distruggere le risorse umane e spirituali del popolo iraniano. Simili azioni vennero realizzate dagli americani in questi venticinque anni e necessitano di ricerche e approfondimenti.

L’oppressione e le pressioni esercitate sul popolo iraniano, lo spreco delle risorse umane del paese, il saccheggio delle risorse naturali e il rendere la nazione iraniana sprezzabile tra le nazioni musulmane della regione, sono alcune delle cose che gli americani realizzarono durante questi venticinque anni. Quante persone sono state uccise, quante imprigionate e torturate e quali politiche traditrici furono adottate contro il popolo iraniano all’interno della nazione! Tutte queste cose vennero fatte all’ombra della presenza americana e del governo da essi installato in Iran, e a causa dell’ingenua fiducia risposta da quel signore negli Stati Uniti.

Il sentiero della vittoria richiede resistenza, pazienza e perseveranza 

Le nazioni agiscono in due modi di fronte agli eventi. Alcune nazioni subiscono gli eventi, le difficoltà e le torture ma non giungono ad una analisi e conclusione corretta che li spinga alla lotta. Alcune nazioni sono così. Questo non è il caso di quelle nazioni che hanno capi competenti ed efficienti. Simili nazioni sopportano le difficoltà ma, accanto a questo, conseguono consapevolezza, discernimento, soluzioni e il rafforzamento delle convinzioni giuste e ragionevoli. La nazione iraniana è stata così. Iddio Altissimo l’ha benedetta, donandole la guida del nostro grande Imam [Khomeyni] (ra).

Il nostro grande Imam (ra) svegliò il popolo e gli donò discernimento. Lui stesso sperimentò difficoltà, venne imprigionato ed esiliato, ma non si arrese. Gradualmente questa consapevolezza e discernimento si diffusero tra la gente finché tra la nazione iraniana negli anni 1977-78 divennero un movimento pubblico. Questo movimento non aveva come obiettivo soltanto il regime monarchico, anche gli Stati Uniti erano nel mirino. Il popolo comprese che vi erano gli Stati Uniti dietro i crimini che venivano commessi all’interno della nazione. Nell’anno 1963 – l’inizio del movimento islamico – il nostro grande Imam (ra) disse: “Oggi il Presidente degli Stati Uniti è la persona più odiata in Iran.” Egli instillò questa idea nell’opinione pubblica e spiegò al popolo che gli Stati Uniti erano dietro tutti i problemi e costituivano la radice di ogni male. Questa battaglia produsse dei risultati.

Ogni volta che le nazioni avanzano e mostrano resistenza, pazienza e perseveranza, la vittoria è assicurata. E’ così ovunque. Il problema con quelle attività rivoluzionarie che finiscono nella sconfitta è dovuto al fatto che le nazioni non hanno pazienza e non resistono, o non hanno capi che possano guidarle correttamente. Negli ultimi anni siamo stati testimoni che quelle nazioni che erano avanzate e avevano mostrato la propria determinazione e volontà di potenza hanno raggiunto alcuni risultati, ma erano prive di capi che potessero guidarle correttamente, identificare gli obiettivi e mostrare il giusto sentiero. E’ per questo che sono state sconfitte. Tutti voi avete visto questo negli ultimi anni e non voglio menzionare il nome di alcun paese e luogo al riguardo.

Il popolo iraniano ha intrapreso il proprio sentiero e si è mosso correttamente. L’esistenza di una guida potente e determinata che si affidò a Dio, e lo spirito di affidarsi a Dio e nella promessa divina “se farete trionfare [la causa di] Dio, Egli vi soccorrerà” (Sacro Corano, 47:7), aiutò il nostro popolo a raggiungere la vittoria. Fu così che l’oscuro, imposto e dipendente regime Pahlavi e il sinistro e umiliante sistema monarchico – per ogni nazione un regime monarchico è una fonte di imbarazzo e questo in base ad una logica umana corretta – venne distrutto e giunse ad una fine in Iran. Da allora è il popolo a prendere le decisioni.

L’inimicizia degli Stati Uniti verso la Rivoluzione Islamica

Qui risiede il punto importante. Il primo sistema politico e governativo che iniziò ad agire seriamente contro il nostro popolo fu quello degli Stati Uniti. Ovviamente vi erano anche altri governi insoddisfatti con la situazione creatasi in Iran, ma non reagirono fermamente. Alcuni governi erano forse contenti, ma il governo degli Stati Uniti non si è limitato alla sola insoddisfazione. Nei primi mesi successivi alla vittoria della Rivoluzione il Senato degli Stati Uniti emise una severa risoluzione contro la Repubblica Islamica dell’Iran, iniziando così la propria inimicizia nella pratica. Questo accadeva mentre l’ambasciata americana era ancora aperta in Iran.

Quelle persone che pensano che stabilire relazioni amichevoli e strette con l’America ci renderà immuni dai danni che essa può provocare devono fare riferimento a questa esperienza storica: l’ambasciata americana era ancora aperta in Iran. Gli americani venivano e si muovevano comodamente all’interno della nostra nazione. La Rivoluzione non portò al loro abbandono dell’Iran. Al pari degli altri governi, essi avevano una ambasciata, dei loro agenti e funzionari vivevano in Iran, ma allo stesso tempo il governo americano mostrava la sua inimicizia verso la Rivoluzione. Essi ospitarono inoltre Mohammad Reza, che era un nemico certo del popolo iraniano; lo portarono negli Stati Uniti, dando così rifugio ad un nemico del popolo iraniano.

La risposta e reazione a questa mossa fu l’azione che venne intrapresa da alcuni studenti. Essi andarono e presero l’ambasciata degli Stati Uniti e così divenne chiaro che quella sede diplomatica era in realtà un Covo di Spionaggio. Nei primi mesi dopo la vittoria della Rivoluzione divenne chiaro che quel luogo era un centro per orchestrare complotti contro la Rivoluzione. Questo venne dimostrato e confermato attraverso i documenti rinvenuti all’interno dell’ambasciata americana che vennero poi pubblicati. Cari giovani, dovreste prendere e leggere i documenti riguardanti il Covo di Spionaggio perché sono istruttivi.

Gli studenti che presero l’ambasciata e scoprirono che quello era un Covo di Spionaggio dovettero faticare per raccogliere e pubblicare questi documenti che gli americani avevano cercato di distruggere nei tritatori. Settanta o ottanta volumi sono stati pubblicati con questi documenti, che mostrano come nel momento in cui il movimento rivoluzionario era all’apice, o quando il movimento e la Rivoluzione divennero vittoriosi e venne costituita la Repubblica Islamica, gli americani stavano ordendo costantemente complotti contro la Repubblica Islamica. Questi sono gli Stati Uniti! Questi aspetti attengono le questioni post-rivoluzionarie.

Prima della Rivoluzione e durante il grande movimento popolare – gli eventi del 17 di Shahrivar, il massacro della popolazione e altri crimini simili che vennero tutti commessi dal regime fantoccio degli americani richiedono un’altra discussione che per il momento tralasciamo – la popolazione tenne un corteo nelle strade di Teheran, in Via Enqelab. Questo accadde l’8 di Bahman – pochi giorni prima del ritorno dell’Imam [Khomeyni] nel paese. Il Generale Huyser, che era l’inviato americano, venne in Iran per cercare di salvare e preservare in qualche modo il regime dal pericolo della Rivoluzione. Nelle sue memorie Huyser scrive – questo è stato registrato nella storia – “Ho detto al Generale Gharabaghi ‘Abbassate i vostri fucili [ad altezza d’uomo] nello scontrarvi con la gente’” intendendo che dovete uccidere la gente e non sparare in aria invano, dovete massacrarla.

Essi fecero proprio così. Abbassarono le canne e come risultato un certo numero di giovani e adolescenti venne ucciso, ma la gente non si ritirò. Huyser scrive: “Successivamente, Gharabaghi venne da me e disse: ‘Il tuo piano non è stata efficace perché non ha fatto arretrare la gente’.” Huyser scrive: “Vidi che i generali dello Shah ragionavano in modo infantile”, intendendo cioè che essi avrebbero dovuto continuare e che dovevano uccidere senza sosta. Notate che tipo di regime fantoccio: un generale americano ordinava a un Arteshbod [all’epoca uno dei più alti gradi dell’esercito iraniano, ndt] di massacrare i suoi compatrioti ed egli obbediva a questo ordine e consiglio. Poiché non fu efficace, egli poi si recò da lui e disse: “Non è stato utile.” Ma Huyser dice che essi erano come bambini e che pensavano come bambini. Questa è la sintesi del regime Pahlavi in Iran.

L’atteggiamento degli americani verso di noi iniziò così e così iniziò il loro atteggiamento verso la Rivoluzione. Essi orchestrarono inoltre quanti più complotti poterono durante quel periodo. Ogni gruppo che poteva fare qualcosa contro la Rivoluzione era sostenuto dagli americani. Il colpo di Stato conosciuto come “Colpo di Stato della Base Shahid Nojeh” fu uno di questi eventi. Il sostegno offerto a quegli individui che suscitavano movimenti in un angolo della nazione in nome del settarismo etnico è un altro esempio. Incoraggiare Saddam Hussein ad attaccare l’Iran e gli otto anni di assistenza al suo regime sono un altro esempio; essi lo fecero per otto anni. Nel corso della guerra – soprattutto dopo il secondo e terzo anno – gli americani aumentarono il loro sostegno [all’Iraq baathista, ndt]. Sia gli americani che i loro alleati europei fecero purtroppo questo. Gli americani si comportavano così con la nostra Rivoluzione.

Conoscere il nemico

Tutti i loro sforzi erano incentrati nel distruggere le fondamenta [della Rivoluzione], ma sbagliavano nell’analizzare e comprendere la realtà. Essi pensavano di poter distruggere la nostra Rivoluzione perché credevano fosse come quella di questo o quel paese africano o asiatico, dove un Colpo di Stato viene definito “rivoluzione”. Innanzitutto non sapevano che la nostra Rivoluzione si basa sul popolo – che questa è la Rivoluzione del popolo – e sul credo religioso. Non capivano ciò. E’ per questo che qualsiasi piano gli americani abbiano ordito contro la Rivoluzione in questi trentasei-trentasette anni è finito in disfatta, e a Iddio piacendo continueranno ad essere sconfitti anche in futuro. L’obiettivo nel dire ciò è che noi, in quanto popolo iraniano, in quanto popolo che ama la propria patria, che ha progettato un futuro per sè stesso e che vuole raggiungerlo, conosciamo gli Stati Uniti.

Una delle cose che gli americani hanno fatto negli ultimi anni è stata quella di obbligare alcune persone ad abbellire il volto degli Stati Uniti e pretendere che se anche gli americani una volta erano un nemico, oggi non lo sono più. Questo è il loro obiettivo, quello di nascondere il vero volto del nemico al popolo iraniano in modo da portarlo a ignorare la sua inimicizia così che esso possa poi pugnalarlo alle spalle. Il loro obiettivo è questo. Ovviamente alcune persone lo fanno consapevolmente e altre ingenuamente. La verità della questione è che l’obiettivo americano nei confronti della Repubblica Islamica non è affatto mutato. Essi non sono per nulla cambiati. Anche oggi, se essi potessero distruggere la Repubblica Islamica, non esiterebbero neanche un momento. Ma non possono farlo e, se Dio vuole, con la determinazione e il progresso di voi giovani e con la diffusione del discernimento della popolazione iraniana, non saranno in grado di farlo neanche in futuro.

Tutti i loro progetti seguono questo obiettivo, anche se nel mondo politico e diplomatico parlano in un altro modo e dove serve ammorbidiscono le parole, ma questa è la realtà e il popolo iraniano non deve dimenticarlo.

Lacrime di coccodrillo

Essi piangono! Durante i negoziati nucleari si è assistito ad un funzionario americano che ha detto: “Ho odiato le guerre sin dalla mia gioventù” e poi ha pianto. Alcuni potrebbero dire ingenuamente: “Sono diventate davvero brave persone. E’ una bella notizia che ‘il gatto è diventato devoto a Dio’” [detto persiano, tra le risate dei presenti, ndt]. Ma la stessa persona che odia a tal punto le guerre, che piange al loro solo pensiero e che versa lacrime di fronte alle telecamere è una di quelle che non si è neanche irritata quando centinaia di bambini sono stati fatti a pezzi a Gaza e quando i sionisti agiscono senza misericordia verso donne, neonati, bambini, anziani e giovani con totale crudeltà e ferocia.

Se voi odiate davvero così tanto le guerre, allora dite qualcosa a questi macellai e carnefici malvagi e mostratevi irritati. Comunque non solo non si sono irritati nei loro confronti, ma li hanno perfino incoraggiati. Sia quando i sionisti hanno lanciato questi attacchi su Gaza sia oggi che massacrano le persone in differenti modi nella Cisgiordania e a Gaza, gli americani – i loro grandi capi – hanno annunciato molte volte che Israele ha il diritto di difendersi. Questo significa che il popolo palestinese non ha il diritto di difesa. I sionisti distruggono i loro campi, uccidono i loro giovani, incendiano le loro case e bruciano vivo un bambino di pochi mesi con i suoi genitori, ma essi non hanno il diritto di reagire in alcun modo.

Anche oggi gli americani incoraggiano, aiutano e sostengono il regime sionista. Sono diversi mesi ormai che il popolo yemenita è testimone della distruzione dei propri ospedali, case e infrastrutture sotto i bombardamenti mentre le persone vengono massacrate dagli aerei invasori, ma gli americani non hanno pronunciato una parola né si sono neanche accigliati. Anzi, sostengono tutto ciò. Questi sono gli Stati Uniti. Come può allora il pianto di fronte alle telecamere essere considerato un atto sincero? Qualcuno ci crede?

Il popolo iraniano

Il popolo iraniano ha trovato la propria strada; non mostra alcuna aggressione verso quelle nazioni e governi che non lo danneggiano e non lo aggrediscono. Voi potete testimoniare tutto ciò nell’epoca presente. Ci sono alcuni governi – non parlo dei popoli – che non sono onesti né amichevoli con la Repubblica Islamica. Lo sappiamo perché è completamente visibile, ma non ci aggrediscono. Anche noi non facciamo nulla contro di loro – abbiamo rapporti, commerciamo, ci sediamo e negoziamo – ma il popolo iraniano non perdona un governo che aggredisce e cerca qualsiasi pretesto per distruggere il popolo iraniano, la Repubblica Islamica e gli ideali islamici. Nessuno ha il diritto – razionale, religioso, umano e della coscienza – di sedersi di fronte a questo nemico, considerarlo un amico e tendergli la mano amichevolmente. Questo non è possibile. Gli americani sono così: con tutto il loro potere e forza cercano di impedire alla Repubblica Islamica di percorrere il proprio sentiero. A tal proposito utilizzano vari metodi, come la propaganda, e anche oggi sono totalmente attivi in questa direzione. Come ho già detto, il loro primo errore agli inizi della Rivoluzione fu quello di non comprendere perché il nostro popolo era pronto a sacrificarsi sul campo. Gradualmente, comunque, lo hanno compreso, hanno capito che questa è la credenza dei giovani e del popolo e che si tratta della lezione impartitagli dalla religione e dal Sacro Corano, ed è per questo che vengono presi di mira. Oggi puntano a colpire le credenze religiose con metodi e mezzi nuovi e differenti, che non esistevano in quei giorni. I giovani devono prestare attenzione a questo aspetto e devono leggere e studiare la storia della lotta del popolo iraniano. E coloro che possiedono un’arte oratoria eloquente e articolata devono spiegare oggi ai giovani quanto accaduto al popolo dell’Iran durante il periodo della militanza rivoluzionaria, chi affrontò il popolo iraniano, chi creò la SAVAK, chi l’addestrò nei metodi di tortura e sotto la supervisione di chi torturavano le persone religiose e militanti all’interno della nazione. I nostri giovani devono conoscere ed essere consapevoli di tutto questo.

Fortunatamente il nostro popolo si è svegliato; grazie a Dio il popolo iraniano è sveglio. Le università sono sveglie e gli studenti sono svegli. Sebbene vengano compiuti numerosi sforzi per riportare la nazione alla sue condizioni passate, i nemici non ci sono riusciti e non ci riusciranno. Gli studenti universitari sono svegli e lo stesso è vero per gli studenti delle nostre scuole. Questi svaghi e illusioni non possono cambiare l’essenza della credenza del popolo iraniano. Il popolo dell’Iran sa quello che sta facendo e dove sta andando. C’era un giorno in cui le nostre università erano come un ponte verso l’Occidente e l’idea “andiamo all’università così dopo possiamo recarci in Occidente” era comune in quei giorni. Oggi l’università non è così. L’università è una scala verso gli alti ideali. Alcune persone vogliono comunque distruggere questa scala e ripristinare il vecchio ponte verso l’Occidente, vogliono che le nostre università ritornino alle condizioni precedenti. I nostri giovani devono essere svegli e grazie a Dio lo sono.

Grazie alla benedizione di aggrapparsi all’Islam e all’appoggio del popolo, e grazie alla saggezza e consapevolezza della nostra gente, non solo la Repubblica Islamica gode di stabilità e resistenza, ma avanza. Stiamo avanzando. Quanto ai negoziati nucleari, è stato il progresso del popolo iraniano ad obbligare quelle potenze presuntuose ad unirsi l’una all’altra, a sedersi insieme di fronte al popolo iraniano e adottare quelle misure ostili contro di esso così che forse sarebbero riuscite a farlo inginocchiare. Questo è il potere del popolo iraniano.

Non perdere di vista il nemico

La nostra insistenza sull’inimicizia dei nemici stranieri non significa essere negligenti riguardo la nostre debolezze interne. Vorrei dire a voi miei cari giovani che abbiamo certe debolezze al nostro interno che il nemico utilizza in varie occasioni. Dobbiamo eliminare simili debolezze. Ci sono debolezze nel campo politico ed esecutivo. Ci sono debolezze nel compiere sforzi, e alcune volte mostriamo pigrizia nelle nostre azioni e nel riconoscere le nostre priorità. A volte certi gruppi all’interno della nazione si scontrano su questioni trascurabili – su una materia per nulla urgente e necessaria, e in questo modo ignoriamo il nemico. Queste sono le nostre debolezze e dobbiamo eliminarle.

L’esistenza del nemico comunque – un nemico che è ben informato, che spende soldi e che non risparmia alcun crimine che può commettere – è qualcosa che non deve essere ignorata. Alcune persone dimenticano l’inimicizia degli Stati Uniti con il pretesto che esistono simili trascurabili questioni interne. La ragione per la quale l’Imam [Khomeyni] continuava a ripetere “Ogni grido che avete rivolgetelo contro gli Stati Uniti” era che dobbiamo urlare meno l’uno verso l’altro. Non sto dicendo che non dobbiamo muovere critiche; dopo tutto la nostra società è libera, vi è libertà di espressione e ognuno ha il diritto di criticare. La critica è una fonte di progresso, ma non dobbiamo confondere il nemico principale con i nemici secondari e con quegli amici con i quali abbiamo certe differenze di opinione.

Il nemico principale è qualcun altro, è quello che cerca con tutto il suo potere di rimuovere il grande risultato ottenuto dal popolo iraniano. Questo risultato è la presenza del popolo, la sovranità nazionale e l’influenza del pensiero coranico e islamico tra la gente. Questo è il grande risultato che ci aiuterà a progredire. Ovviamente fino ad oggi abbiamo raggiunto certi traguardi e anche ora questi risultati ci aiutano a raggiungere i nostri ideali. Vogliono togliere ciò dalle mani della gente, vogliono creare un regime oppressivo e fantoccio che sia innamorato, arreso e spaventato dell’Occidente. Questo è il loro obiettivo. Non dobbiamo dimenticarlo e non dobbiamo mai perderle di vista il nemico.

Consiglio agli studenti 

Il mio consiglio ai giovani è che gli studenti delle scuole e i giovani universitari devono prima di tutto perseguire la loro formazione in modo efficiente. La scienza è un mezzo della potenza, è una delle più importanti componenti della potenza nazionale. Devono perseguire la scienza e preferire gli obiettivi comunitari a quelli individuali. Devono aumentare quotidianamente la loro consapevolezza rispetto alle condizioni correnti e alla loro storia recente ed essere in grado di guardare alla situazione attuale del mondo.

Il grande scenario mondiale oggi è così: da un lato ci sono le potenze arroganti che si sono riunite con il potere materiale di cui godono, con il loro potere di spaventare gli altri e con la loro apparente grandezza che rende gli altri a loro subordinati, e dall’altro ci sono alcuni governi deboli che non hanno il coraggio di mostrarsi; ma tra queste nazioni ve ne è una che condanna questa situazione a voce alta, ed è la Repubblica Islamica. Oggi la Repubblica Islamica grida contro l’oppressione, il dominio, l’arroganza e lo sfruttamento a voce alta, senza alcuna paura delle minacce del nemico e senza esserne intimidita.

E le nazioni stanno ascoltando questo grido e ne sono influenzate. Vi dico che le nazioni sono sotto l’influenza del movimento della nazione iraniana e ciò è completamente visibile nel mondo – in quello islamico in particolare. Esse hanno grande rispetto per il popolo iraniano, per le grandi personalità della Rivoluzione e per il nostro grande Imam [Khomeyni] e non rispettano nessun altro a questo livello. Questo perché le vostre alte voci hanno raggiunto le loro orecchie. Non perdete pertanto questo forte grido. [I presenti gridano: “Morte all’America”]

E dovete sapere che questo vostro slogan, il vostro “Morte all’America” e il grido del popolo iraniano possiede una fonte di sostegno potente e razionale, gode di una fonte di sostegno logica. E’ inoltre chiaro che “Morte all’America” non significa morte alla popolazione americana. Il popolo americano è come gli altri popoli. Esso significa morte alla politica americana, morte all’arroganza. Questo è il suo significato e ha una fonte di sostegno razionale. La nostra Costituzione e il nostro pensiero dottrinale, profondo e ragionevole è basato su questa fonte. Se lo spieghiamo a qualsiasi persona ne sarà attratta e lo accetterà.

Grazie a Dio la Repubblica Islamica ha aperto la sua strada e vi si è incamminata. Non ho dubbi che voi, cari giovani, sarete testimoni di giorni nei quali molti dei nobili ideali che la Repubblica Islamica ha formulato nella vostra nazione saranno raggiunti durante la vostra stessa vita. Non ho dubbi che il futuro sarà così e che con il volere e favore di Dio riuscirete a costruire la vostra nazione, a ispirare le altre, a distruggere quei giganti terrificanti che intimidiscono le nazioni e a liberarle dall’ombra della loro paura e terrore. Con l’aiuto di Dio sicuramente voi giovani vedrete ciò, a patto che continuiate questo sentiero, che proseguiate con fede e speranza, che non perdiate la lungimiranza e che prestiate sempre attenzione ai principi e valori nelle differenti questioni della nazioni. A Dio piacendo questo vi aiuterà a intraprendere il giusto sentiero.

Chiedo a Dio Altissimo di unire i nostri cari martiri con il Santo Profeta (S), con il nostro grande Imam [Khomeyni] e con i Suoi Awliya [Amici, Approssimati] e di aiutare i nostri cari giovani a muoversi verso i nobili obiettivi quotidianamente e con sempre maggior successo.

La pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi. 

Traduzione a cura di Islamshia.org © E’ autorizzata la riproduzione citando la fonte

Writer : shervin | 0 Comments | Category : Attualità, politica e società , Ayatullah Khamenei

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